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Cronaca Santa Lucia di Piave

Barbieri ed estetisti in crisi: il sindaco autorizza le riaperture ma la Prefettura dice no

A Santa Lucia di Piave il sindaco Szumski ha tentato di far riaprire anche parrucchieri ed acconciatori, ma la Prefettura di Treviso ha considerato il tutto come illegittimo

«In ordine alle illegittime restrizioni al diritto costituzionale al lavoro ed alla salute, si ritiene di autorizzare l'inizio delle attività lavorative delle signorie loro a partire dal 4 maggio 2020 sia per permettere il personale sostentamento sia per dare positiva risposta al benessere psico-fisico dei cittadini». Inizia così la lettera che, nelle scorse ore, il sindaco di Santa Lucia di Piave ha fatto recapitare ai tutti gli acconciatori, parrucchieri, barbieri ed estetisti presenti con le loro attività sul suolo comunale.

Riccardo Szumski, in qualità di "mariga" di Santa Lucia di Piave in piena polemica con il Governo, ha quindi tentato di andare incontro agli imprenditori locali con un'autorizzazione che avrebbe permesso la riaperture di tutte quelle attività i cui codici Ateco non sono stati ricompresi nell'ultimo Dpcm, lasciando quindi in grossa difficoltà economica un intero comparto artigianale. Tra le regole da rispettare per l'eventuale riapertura, nella lettera il sindaco cita «l'obbligo della protezione, della necessità dell'utente non ai soli fini estetici della presenza di una sola persona per modulo lavorativo, dell'utilizzo dei Dpi e dei distanziamenti opportuni, del divieto di immediato riutilizzo della strumentazione e della assunzione delle opportune misure di ciclica sanificazione e infine dei divisori».

La lettera del sindaco, però, è subito rimbalzata tra i cittadini fino ad arrivare agli uffici della Prefettura di Treviso che, una volta appurata la veridicità di quanto inviato da Szumki ai propri esercenti, nel pomeriggio di giovedì ha comunicato allo stesso l'assoluta illegittimità del suo "provvedimento". In punta di diritto, infatti, la competenza sulle riaperture delle attività commerciali spetta esclusivamente al Governo in una situazione come quella legata alla pandemia da Coronavirus, ma per il primo cittadino di Santa Lucia di Piave ad essere illegittimo sarebbe ben altro: «A mio avviso i Dpcm del Governo sono incostituzionali e quindi ho tutto il diritto di tutelare quei miei concittadini che versano in difficoltà economiche in quanto impossibilitati a riaprire le loro attività economiche - racconta Szumski ai nostri microfoni - La mia non era solo una provocazione ma, visto anche quanto comunicatomi dalla Prefettura, ho comunque dovuto fare un passo indietro per evitare possibili controlli e multe a tutti coloro che avessero effettivamente aperto i loro negozi».

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