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Cronaca Santa Lucia di Piave

Bimba disabile violentata a Santa Lucia, interviene l'Europa

La piccola, a soli 10 anni, venne abusata da uno straniero nullatenente che non versò mai il risarcimento dovuto. L'eurodeputato Andrea Zanoni ha portato la vicenda a Bruxelles

E' arrivata a Bruxelles la vicenda della bambina di 10 anni violentata a Santa Lucia di Piave e mai risarcita dal suo aggressore.

A sottoporre all'Europa il mancato intervento dello Stato nei confronti della vittima, una giovanissima affetta da deficit mentale, è stato l'eurodeputato Andrea Zanoni.

La vicenda risale all'aprile 2008. La piccola subì abuso da un marocchino clandestino e nullatenente che, dopo essere passato attraverso i tre gradi di giudizio, è stato condannato a otta anni di reclusione e al pagamento di 125mila euro come risarcimento.

Ma la somma non fu mai corrisposta in quanto l'aggressore della bambina risulta nullatenente.

La direttiva europea 80 del 2004, però, prevede che lo Stato indennizzi le vittime di reati violenti nel caso in cui il condannato non abbia i mezzi per farlo e l'Italia, dunque, sarebbe dovuta intervenire.

Perciò l'eurodeputato Andrea Zanoni ha denunciato a Bruxelles la mancanza italiana nei confronti della piccola di Santa Lucia: “Sono in contatto con l'avvocato Stefano Pietrobon, legale della famiglia della bambina - spiega Zanoni - perché ho in programma di attivarmi oltre che con la Commissione europea anche con le commissioni parlamentari competenti in materia”.

In seguito a un'analisi approfondita - si apprende sall'eurodeputato trevigiano - la Commissione europea ha avviato nel 2012 un procedimento di infrazione nei confronti dell'Italia per mancata conformità alla direttiva 2004/80/CE e attualmente sta considerando le ulteriori fasi della procedura.

La Commissarie Reding, nella sua risposta, passa in rassegna il mancato recepimento corretto dell'Italia della direttiva comunitaria relativa all'indennizzo delle vittime di reato. In base alla direttiva, tutti gli Stati membri avrebbero dovuto comunicare alla Commissione le disposizioni nazionali di recepimento entro il primo gennaio 2006.

L'Italia, però, non ha effettuato la notifica entro i termini previsti e nel 2006 la Commissione ha avviato nei suoi confronti un procedimento di infrazione, in seguito al quale il nostro Paese ha ottemperato all'obbligo comunicando le disposizioni di diritto interno adottate con il Decreto legislativo 204 del 9 novembre 2007.

Sulla base di denunce analoghe a quella presentata dall'onorevole Zanoni alle e informazioni ricevute negli ultimi anni, tuttavia, la Commissione ha ritenuto opportuno proseguire con la procedura d'infrazione.

“L'articolo 12, paragrafo 2, della direttiva parla chiaro - sottolinea Zanoni - tutti gli Stati membri provvedono a che le loro normative nazionali prevedano l'esistenza di un sistema di indennizzo delle vittime di reati intenzionali violenti commessi nei rispettivi territori, che garantisca un indennizzo equo ed adeguato delle vittime. Ma la legislazione italiana prevede soltanto l'indennizzo delle vittime di alcuni reati intenzionali violenti, quali il terrorismo e la criminalità organizzata, ma non di tutti i reati di quel tipo. Però in Italia i reati più gravi ed efferati sono commessi da singoli ai danni delle categorie più deboli come donne e bambini”.

Ho intenzione di andare fino a fondo in questa faccenda – conclude l'eurodeputato - Lo stato italiano ha il dovere morale di adempiere a quest'obbligo e contribuire, sia pure in minima parte, ad alleviare le sofferenza delle vittime di questi atroci reati”.

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