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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Monastier di Treviso

Crediti per il bonus facciate, sequestrati 5 milioni ad un'azienda edile trevigiana

Operazione della Guardia di Finanza di Bari che ha messo sotto sequestro 140 milioni in Lazio, Lombardia, Puglia e Veneto. I destinatari del provvedimento cautelare sono un imprenditore barese attivo nel settore edile, attualmente unico indagato, 11 persone fisiche e 13 imprese ritenute cedenti o concessionarie dei presunti crediti di imposta fittizi

La Guardia di Finanza di Bari ha eseguito un decreto di sequestro per oltre 140 milioni di euro, emesso dalla Procura di Bari, nell'ambito di un'inchiesta su presunti crediti tributari ritenuti fittizi e relativi al bonus facciate. Le somme riguarderebbero profitto e prodotto dei reati di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indebita compensazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. I destinatari del provvedimento cautelare sono un imprenditore barese attivo nel settore edile, attualmente unico indagato, 11 persone fisiche e 13 imprese ritenute cedenti o concessionarie dei presunti crediti di imposta fittizi. Perquisizioni e sequestri sono stati eseguiti anche nel Lazio, in Lombardia, in altre zone della Puglia e in Veneto. Una perquisizione è stata eseguita anche nella sede di un'impresa edile trevigiana, con sede a Treviso, di proprietà di un 41enne di Monastier, con un sequestro di quasi 5 milioni di euro di crediti fittizi ricevuti dall'imprenditore barese.

Sulla base di risultanze dell'analisi dell'Agenzia delle Entrate, gli investigatori baresi avrebbero scoperto un "circuito fraudolento volto alla creazione, circolazione, monetizzazione e/o utilizzo in compensazione di crediti d’imposta inesistenti" che sarebbe gravitato attorno all'imprenditore barese. Le persone che avrebbero commissionato le opere di recupero edilizio sarebbero state sprovviste "di una capacità reddituale e finanziaria idonea al sostenimento delle ingenti spese di rifacimento delle facciate, in relazione alle quali sarebbe maturato, in origine, il credito d’imposta successivamente ceduto all’indagato".

Questi avrebbero, inoltre, sostenuto oneri per interventi edilizi eccessivamente sproporzionati rispetto alle caratteristiche e al valore degli immobili posseduti che – com sarebbe emerso dagli accertamenti effettuati - non sono stati sottoposti a recenti opere di rifacimento delle facciate. Anche i successivi cessionari che hanno acquistato gli ingenti crediti d’imposta direttamente dall’imprenditore indagato sarebbero risultati privi di una capacità reddituale e finanziaria adeguata per sostenere un tale rilevante esborso monetario.

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