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Cronaca

Controlli stradali, nel 2020 fermati oltre 60 mila veicoli

Il bilancio di fine anno da parte del Commissariato di Conegliano e della Questura di Treviso riporta anche che le persone identificate nel complesso sono state oltre 31 mila

L’anno 2020 è stato pesantemente caratterizzato, a partire dal mese di marzo, dall’insorgenza dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 che ha profondamente mutato gli stili di vita di tutti i cittadini, sotto ogni aspetto. Anche le forze di polizia hanno dunque dovuto modificare radicalmente i loro obiettivi, dedicandosi prevalentemente ad assicurare l’osservanza dei provvedimenti limitativi per il contenimento ed il contrasto della diffusione del virus.  Pertanto, tutti gli operatori della Polizia di Stato dalla Questura di Treviso e del Commissariato di P.S. di Conegliano sono stati per lungo tempo impiegati a verificare l’osservanza delle prescrizioni emanate per la tutela della salute pubblica.

I regimi  differenziati di chiusura di volta adottati hanno, in primo luogo, determinato forti limitazioni alla mobilità personale, che se da un lato hanno causato l’abbattimento dei classici servizi di ordine pubblico connessi alle grandi concentrazioni di persone (manifestazioni sportive, sociali, politiche, culturali e studentesche), dall’altro hanno implicato una forte espansione di nuove tipologie di servizi di ordine pubblico volti a impedire gli assembramenti e a garantire quarantene di grandi comunità, per cui si è avuto il raddoppio del personale dei reparti di rinforzo di Treviso e provincia. Nell’ambito dei servizi effettuati, numerosi sono stati quindi i controlli effettuati, con una rilevante percentuale di sanzioni applicate.

Il controllo del territorio ha difatti continuato a costituire una delle attività principali della Questura di Treviso, proseguendo il continuo ed analitico monitoraggio degli eventi criminali su strada, in particolare di tipo predatorio, che è stato garantito sia con i servizi ordinari dalle volanti della Questura e del Commissariato di Conegliano nonché con l’esecuzione di ben 126 servizi straordinari e l’ausilio di 422 pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine di Padova. L’attività di prevenzione in ambito provinciale, con particolare attenzione ai territori dei comuni di Treviso, Conegliano, Castelfranco Veneto e Montebelluna, ha prodotto il controllo di circa 10.700 veicoli. Inoltre, con l’ausilio del sistema di lettura targhe “Mercurio” sono stati controllati ulteriori 49.350 veicoli in tutta la provincia, mentre le persone identificate nel complesso risultano 31.125.

In tale ambito, nel corso dell’anno a Treviso sono stati arrestati in flagranza di reato alcuni personaggi dediti a reati contro il patrimonio. Da segnalare inoltre i numerosi interventi di soccorso pubblico come quello dell’11 agosto scorso quando è stato salvato un giovane cinese lanciatosi nel Sile; o anche quello del 14 settembre che ha visto i poliziotti rintracciare un giovane intento a compiere l’insano gesto e a salvargli la vita. Intensa risulta poi essere stata l’attività della Divisione Anticrimine, con l’emissione di diverse misure di prevenzione: gli avvisi orali risultano difatti 64 (raddoppiati rispetto al 2019), 119 i divieti di ritorno, 18 gli ammonimenti e 9 le sorveglianze speciali richieste ed ottenute dalla competente Autorità giudiziaria.

Il pomeriggio del 28 novembre scorso, invece, nelle vicinanze di un bar nei pressi della Loggia dei Cavalieri cinque cittadini cingalesi hanno dato luogo ad una rissa, scaturita da motivi di gelosia, nel corso della quale due di loro hanno subito lesioni per cui hanno dovuto ricorrere alle cure mediche presso l'ospedale. Nell’occasione è stato disposto un provvedimento Daspo (“Norma Willy”) per prevenire risse davanti a locali pubblici. L’attività di Polizia Giudiziaria, profusa sia dagli Uffici preposti al controllo del territorio che dagli uffici investigativi, ha poi registrato 100 arresti, mentre l’attività di prevenzione e repressione del traffico di sostanze stupefacenti evidenzia complessivamente il sequestro di circa 50 kg di sostanze stupefacenti tra cannabinoidi, cocaina, eroina e droghe sintetiche di varia tipologia.

Sempre nell’ambito dell’attività di Polizia Giudiziaria, sono state sequestrate complessivamente 25 armi, di cui 5 pistole e 20 lame o punte da taglio. La Polizia Amministrativa e Sociale, la cui attività ha risentito significativamente delle misure di chiusura, ha purtuttavia registrato complessivamente 83 controlli amministrativi, 5 provvedimenti di chiusura di esercizi pubblici adottati dal Questore, il rilascio di 19.870 passaporti, 66 licenze di polizia, 919 rilasci di porto d’arma di varia tipologia, 1747 i rinnovi degli stessi; particolare attenzione è stata dedicata al controllo delle armi sul territorio con 56 revoche o ritiri cautelari delle stesse perché venute meno le prerogative per la detenzione delle stesse. Medesima situazione ha riguardato l’attività dell’Ufficio Immigrazione, con l’emissione di 16.370 permessi di soggiorno e 158 espulsioni eseguite a vario titolo, nei confronti di cittadini extracomunitari.

Particolarmente significativa altresì è stata l’attività svolta, dal personale della Questura di Treviso unitamente alle altre forze di polizia, con riferimento alla quarantena disposta dalle autorità sanitarie a seguito di numerosi casi di positività. In data 11 e 12 giugno 2020, ad esempio, nel centro di accoglienza all’ex caserma militare “Serena” di Casier si sono verificati dei tafferugli dovuti alla positività al Covid-19 di un dipendente pakistano della società che gestiva la struttura e di un richiedente asilo nigeriano, con conseguente obbligo di quarantena per i circa 300 ospiti. Nel corso delle proteste alcuni stranieri, tutti identificati, danneggiarono i locali della struttura costringendo a permanere per breve tempo all'interno della stessa alcuni medici ed operatori della società di gestione. L'intervento della polizia ha in quel caso permesso di portare all'esterno in sicurezza gli operatori a cui è seguito un lungo periodo di quarantena, disposto dalle autorità sanitarie che ha coinvolto gran parte degli ospiti del centro, determinando continui e costanti servizi di ordine pubblico a presidio della struttura fino a cessate esigenze.

Sempre all’interno del medesimo centro di accoglienza la Digos ad agosto ha anche arrestato in flagranza di reato per resistenza a pubblico ufficiale un cittadino ghanese poiché lo stesso, dopo aver distrutto l’infermeria della struttura ed aggredito un medico ed una infermiera, aveva affrontato il personale di polizia intervenuto con due spranghe di ferro, minacciandolo. A seguito dei fatti compiuti nel mese di giugno, si è difatti sviluppata un’intensa e complessa attività investigativa da parte della Digos al termine della quale sono stati denunciati 14 cittadini extracomunitari richiedenti asilo per i reati di violenza privata, minaccia, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e sequestro di persona. Nell’ambito della medesima indagine, il 19 agosto si è infine proceduto all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Treviso nei confronti di 4 cittadini extracomunitari resisi responsabili dei disordini accaduti.

Un’altra misura di contenimento è stata disposta per gli ospiti del C.A.S. istituito presso la ex caserma militare “Zanusso” di Oderzo, che ospitava 179 cittadini stranieri. A seguito della positività al virus, la ASL di Treviso ha disposto la quarantena per tutti gli ospiti, circostanza che ha provocato qualche iniziativa di protesta tra i migranti, non sfociata tuttavia in veri e propri episodi di violenza. Per quanto riguarda l’andamento della criminalità, con particolare riferimento alla città di Treviso, già si era registrata nel 2019 una tendenza molto favorevole con una riduzione notevole dei reati predatori, con un forte abbattimento dei furti in appartamento. L’analisi dei reati commessi nel corso dell’anno appena terminato risente fortemente delle limitazioni alla mobilità delle persone per la prevenzione del contagio, per cui i reati predatori risultano ulteriormente e fortemente ridotti.

Infine, ha destato particolare interesse e allarme nell’opinione pubblica l’esplosione di un ordigno presso la vetrata di un supermercato della catena “Pam” la sera dell'8 novembre in centro a Treviso. La vicenda è stata subito risolta da un’indagine congiunta svolta da Digos, Squadra Mobile e carabinieri di Treviso, che ha portato dopo una settimana al fermo di Enrico Sorarù, ritenuto responsabile del fatto, cui sono stati attribuiti i reati di strage, detenzione e porto di esplosivi, tanto che poi è stato arrestato fuori provincia anche un complice dell’autore dell’attentato.

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