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Cronaca

Spaccio di eroina e cocaina a Bologna, uno dei "laboratori" era nella Marca

Quattordici misure cautelari eseguite dei carabinieri nel corso di un blitz in cui sono stati sequestrati 4 chili di eroina e un chilo di cocaina, una pistola semiautomatica con matricola abrasa e circa 80mila euro in contanti

Ben 115 carabinieri, unità cinofile ed elicotteri in campo per "Battindarno", l'operazione anti-droga dei carabinieri, coordinati dal pubblico ministero della Procura di Bologna, Francesco Caleca, che questa mattina ha portato all'esecuzione di 14 misure cautelari (4 sono i soggetti di nazionalità italiana, 8 tunisina, 1 russa e 1 albanese), di cui 6 destinatari della misura degli arresti domiciliari e 8 del divieto di dimora nella città metropolitana di Bologna, ritenuti responsabili di produzione di traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti. Sgominata un'organizzazione di spacciatori "a trazione" tunisina, ma formata anche da italiani, albanesi e russi, e al sequestro di 4 chili di eroina, 1 chilo di cocaina, di una pistola semi-automatica con la matricola abrasa e di contante per oltre 100mila euro. L'ultimo blitz in seno all'indagine, un fermo avvenuto giovedì lungo i binari del treno dove un pusher, che è ora uno dei 14 indigati, è stato bloccato con mezzo chilo di droga negli slip. «Si tratta di trafficanti di medio-alto livello che rifornivano gli spacciatori di strada»: ha detto ai cronisti il tenente Riccardo Angeletti, della compagnia di Borgo Panigale che ha dato inizio alle indagini, partite alla fine del 2017.

Gli inquirenti hanno documentato, attraverso appostamenti e pedinamenti, almeno 800 cessioni di droga sulle piazze bolognesi più 'calde' per lo spaccio di droga: della zona universitaria, Pilastro, zona stazione e Borgo Panigale. I trafficanti si servivano di tre laboratori: il più "attivo", in un appartamento del quartiere Borgo Panigale, e altri due, in Veneto, nel padovano e nel trevigiano. Sempre nel quartiere Borgo Panigale, è stato scoperto il "laboratorio" per il taglio delle sostanze. "Capelli bianchi" per l'eroina, "caffè" per l'hashish e "latte" per la cocaina. Questi i nomi in codice utilizzati dagli spacciatori nelle loro comunicazioni.

Le indagini

La complessa indagine, partita nel novembre 2017, è stata condotta dai militari della Compagnia Carabinieri di Bologna Borgo Panigale e coordinata dal Procuratore Capo di Bologna Giuseppe Amato e dal Procuratore Aggiunto Francesco Caleca, condivisa dal G.I.P. del Tribunale di Bologna Gianluca Petragnani Gelosi, che ha emesso l’Ordinanza di Custodia Cautelare. Sono state condotte mediante attività tecniche di intercettazione telefonica e ambientale e geolocalizzazione di veicoli, nonché numerosissimi servizi di osservazione controllo e pedinamento, ha consentito di accertare e documentare numerosissimi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti, principalmente del tipo eroina, contestati agli indagati nell’odierna ordinanza.

«Nel suo sviluppo -fanno sapere gli investigatori- l’attività ha consentito di raggiungere ulteriori importanti risultati operativi, confluiti in autonomi singoli procedimenti penali». In particolare, sono stati tratti in arresto in flagranza otto persone (di nazionalità albanese e tunisina) responsabili a vario titolo di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 73 D.P.R. 309/1990) e detenzione e porto abusivo di armi (artt. 10, 12 e 14 L. 497/74), ritenuti dagli investigatori elementi importanti nella “filiera dello spaccio” di eroina sulle piazze bolognesi.

Durante l'attività sono stati sottoposti a sequestro complessivi 5 kg di sostanza stupefacente (4 kg del tipo eroina e 1 kg di cocaina), una pistola semiautomatica con matricola abrasa e circa 80.000 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività di spaccio di stupefacenti. «L’operazione odierna -aggiungono i carabinieri- inquadrata nella più generale lotta allo spaccio di stupefacenti, ha consentito di ricostruire e contrastare il fenomeno dello spaccio al dettaglio di eroina nelle strade bolognesi, diretto sia nei confronti di una rete di clienti “fidelizzati”, sia di compratori occasionali mediante appuntamento ed utilizzando un linguaggio in codice per identificare la tipologia dello stupefacente».

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