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Cronaca

Bonus 110%, Consorzio Sgai, scattano perquisizioni e sequestri: 21 indagati

Una serie di presunte truffe sono al centro di un'inchiesta coordinata dalla Procura di Napoli e condotta dalla Guardia di Finanza. Decine le denunce presentate anche a Treviso. Secondo le fiamme gialle il Consorzio avrebbe beneficiato di oltre 109 milioni di euro di crediti d’imposta poi ceduti a intermediari finanziari, monetizzandoli per un importo di oltre 83 milioni di euro

Il consorzio napoletano Sgai, già bersagliato da decine di denunce anche nella Marca per lavori di ristrutturazione, mai partiti, con l'utilizzo del Superbonus del 110%, è finito al centro di una maxi inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli e condotta dalla Guardia di Finanza. Nel novembre scorso a finire in manette era stato il presidente del Consorzio, il 48enne Roberto Galloro. I militari hanno eseguito, nei giorni scorsi, un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza richiesto nella fase delle indagini preliminari dalla Procura riguardante circa 110 milioni di euro di crediti d’imposta relativi al “Superbonus 110%” nei confronti del consorzio Sgai, oltre a perquisizioni e sequestri nei confronti di persone che sarebbero, a vario titolo, coinvolti nella presunta truffa. In totale sono state eseguite attività di perquisizione e sequestro presso le residenze di 21 persone fisiche, le sedi di 3 enti/società nonché sequestri preventivi di crediti presso 16 soggetti (istituti finanziari, società e persone fisiche). A Treviso è stata eseguita una sola perquisizione in una società legata a Sgai, senza sequestrare tuttavia crediti. Non risultano nella Marca persone indagate. L'avvocato vittoriese Maria Bruschi ha già accolto e depositato circa 100 denunce di clienti del consorzio Sgai alle Procure di Treviso, Padova, Venezia e Udine.

L'indagine delle fiamme gialle

L’attività trae origine da un’analisi di rischio sviluppata dall’Agenzia delle Entrate – Divisione Contribuenti – Settore Contrasto Illeciti sulla spettanza del bonus in materia edilizia previsto dal Decreto “Rilancio” (D.L. 34/2020); si tratta come è noto di un beneficio fiscale riconosciuto nella misura del 110% dell’ammontare delle spese sostenute per la realizzazione di interventi di ristrutturazione edilizia, finalizzati a mettere in sicurezza gli immobili dal rischio sismico nonché migliorarne il rendimento energetico.

Il beneficio riconosciuto dalla legge consiste nella detrazione fiscale, ovvero nella possibilità di utilizzare, ai sensi dell’art. 121 del Decreto “Rilancio”, un credito d’imposta pari al 110%, cedibile a terzi e quindi monetizzabile. Sulla base delle risultanze dell’analisi dell’Agenzia delle Entrate, gli accertamenti delegati dall’Autorità Giudiziaria di Napoli al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria alla stessa sede avrebbero fatto emergere un sistema fraudolento così articolato:

- il Consorzio, attraverso una rete di procacciatori, si sarebbe proposto nei confronti di privati cittadini interessati a effettuare i lavori rientranti nell’applicazione del superbonus, facendo stipulare loro dei contratti per “appalto lavori con cessione del credito d’imposta” e chiedendo la consegna della documentazione necessaria, salvo interrompere subito dopo i rapporti ovvero eseguire solo attività di carattere burocratico;

- ricevuti i contratti, il Consorzio avrebbe emesso fatture per operazioni inesistenti nei confronti dei privati committenti in cui si faceva riferimento a uno stato di avanzamento lavori per una percentuale non inferiore al 30% (percentuale minima richiesta per vantare la cessione del credito d’imposta);

- solo a seguito di richiesta di informazioni da parte di alcuni Reparti del Corpo, i soggetti privati riscontravano nel loro cassetto fiscale la presenza delle suddette fatture, che sarebbero state emesse a fronte di lavori mai eseguiti, cui erano correlate successive cessioni di crediti a favore del Consorzio, precedute dalla comunicazione dei commercialisti che avrebbero apposto il visto di conformità;

- le prescritte asseverazioni tecniche sui lavori svolti dal Consorzio, che sarebbero state rilasciate da professionisti abilitati, presentavano rilevanti anomalie, evidenziate dalla competente Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l'Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA);

- il Consorzio, operando nei termini suddetti, avrebbe beneficiato di oltre 109 milioni di euro di crediti d’imposta, accumulati a partire dal mese di dicembre 2020, poi ceduti a intermediari finanziari, ottenendone la monetizzazione, per un importo di oltre 83 milioni di euro.

I provvedimenti della Procura di Napoli

La Procura della Repubblica di Napoli sezione di criminalità economica ha richiesto ed ottenuto la misura cautelare d’urgenza, eseguita con i decreti di perquisizione e sequestro così da interrompere la circolazione dei crediti, individuare i responsabili e consentire agli ignari cittadini coinvolti di adottare iniziative legali a propria tutela. Le attività di polizia giudiziaria, eseguite nei confronti del Consorzio e dei relativi membri del consiglio di amministrazione, dei cessionari finali dei crediti, degli intermediari nonché dei professionisti che avrebbero rilasciato le asseverazioni o il visto di conformità, hanno interessato le regioni Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto e sono state svolte anche con il contributo dei Reparti della Guardia di Finanza dislocati nelle rispettive sedi.

Nota Consorzio SGAI: La posizione dell’azienda

●       Il sequestro preventivo d’urgenza è un provvedimento per sua natura provvisorio e destinato a perdere efficacia se non convalidato entro dieci giorni.

●       Il provvedimento di basa su nove denunce a fronte di 5.709 clienti attivi.

Napoli, 19 gennaio 2022 - In relazione alle vicende giudiziarie riportate in queste ore su alcuni organi di stampa, il Consorzio SGAI precisa che il provvedimento a proprio carico non è ancora stato convalidato. Per sua natura, il sequestro preventivo d’urgenza è non solo provvisorio ma anche destinato a perdere immediatamente efficacia se non convalidato entro dieci giorni dal Giudice per le indagini preliminari, che in questo caso dovrà pronunciarsi entro il 23 gennaio 2022. La notizia di reato alla base del provvedimento è rappresentata da nove su 5.709 clienti attivi. Con questi nove clienti, Consorzio SGAI aveva già risolto il rapporto e rinunciato al proprio compenso. Fino a oggi, il Consorzio ha ricevuto appalti per un valore complessivo di 1,5 miliardi di euro ed eseguito interventi di riqualificazione energetica e riduzione del rischio sismico per oltre 226 milioni di euro: dunque, le denunce alla base del provvedimento rappresentano soltanto una minima parte (con un valore di 550.000€) rispetto alle migliaia di progetti in essere. A ogni modo il Consorzio intende dimostrare la legittimità del proprio operato anche nei pochissimi casi oggetto di denunce-querele, rispetto ai quali non ha conseguito alcun profitto, avendo rinunciato al proprio compenso. Il Consorzio, infine, sta effettuando nuove verifiche su tutti i progetti e dimostrerà in tutte le sedi la legittimità del proprio operato e dei professionisti che con esso collaborano.

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