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Cronaca

Furti nei supermercati, colpi per 70mila euro: banda di ladri sgominata

Erano specializzati nel trafugare vari generi alimentari, soprattutto pacchi di caffè, che venivano portati in un capannone per essere poi ricettati: i malviventi agivano sempre a ridosso dell'orario di chiusura. Indagine dei carabinieri di Pordenone

PORDENONE I Carabinieri della Stazione e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Pordenone hanno sgominato un sodalizio criminoso composto da cittadini rumeni dediti ai furti nei supermercati. L’indagine, avviata nel mese di giugno 2017, ha consentito di identificare gli autori degli innumerevoli colpi messi a segno in danno degli esercizi commerciali/supermercati: “Conad” di Porcia (16.06.2017 refurtiva per 2.230 euro, e 11.08.2017, refurtiva per 3.000 euro); “Simply” di Leno (BS) (18.09.2017, refurtiva per 815 euro); “Bingo” di San Vendemiano (TV) (19.09.2017, refurtiva per 700 euro); “Famila” di Gorizia (19.09.2017, refurtiva per 260 euro); “Mega” di Pordenone (7.10.2017, refurtiva per 700 euro); “Fassa coop” di Pozza di Fassa (TN) (14.12.2017, refurtiva per 450 euro), oltre ai tentati furti in danno dei supermercati “Visotto” di Budoia (5.08.2017 e 11.09.2017), “Conad” di San Vito al Tagliamento (26.08.2017) e “Conad” di Porcia (11.09.2017).

Il gruppo di malavitosi era solito operare presso i supermercati della grande distribuzione durante l’orario di apertura, approfittando dei momenti in cui all’interno degli esercizi erano presenti pochi commessi, ripartendosi i compiti con particolare astuzia e determinazione. L’autore, una volta riempito un carrello della spesa con la merce prescelta - principalmente confezioni di caffè e liquori/superalcolici di pregio – frettolosamente guadagnava l’uscita passando dalle casse non presidiate o porte antipanico, dileguandosi dopo avere caricato la refurtiva a bordo di autovetture condotte dal complice/palo che nel frattempo attendeva all’esterno del negozio. Si accerterà poi che la merce, diretta in Lombardia, veniva subito rivenduta al ricettatore che la custodiva in un capannone individuato in zona industriale ed ora sottoposto a sequestro.

Una prima accelerazione delle indagini, durate circa un anno attraverso numerosi servizi di osservazione, pedinamento, controllo e monitoraggio dei sistemi di videosorveglianza nonché analisi dei tabulati telefonici, si è avuta nel pomeriggio del 19 settembre 2017 quando Iorga Valentin Mihai, 27 anni, e Crystea Ioana Ramona, 30, entrambi senza fissa dimora, sono stati pedinati ed arrestati in flagranza all’uscita del casello autostradale Brescia Ovest dopo avere colpito il “Bingo” di San Vendemiano e, contestualmente, Cantea Mariam, 46 anni, e SAHOI Alexandra Iulina, 26 anni, entrambi senza fissa dimora, sono stati tratti in arresto in flagranza dopo avere colpito il “Famila” di Gorizia. In quella circostanza, inoltre, sono state sequestrate le autovetture allora in uso agli indagati, rispettivamente Alfa Romeo 156 e Lancia Lybra.

La prosecuzione dell’attività investigativa, inoltre, ha consentito di identificare gli ulteriori appartenenti al sodalizio per Tinca Ion, 48 anni, e Burgeanu Constantin, 45 anni, anch’essi senza fissa dimora, e di denunciare a piede libero il ricettatore, P.R., 53 anni di Pedrengo (BG), commerciante, a cui in questi giorni, in esito a perquisizione locale, sono state sequestrate derrate alimentari, fra cui tonno e carne in scatola, caffè, barattoli di sugo pronto, prodotti sottaceti e sottolio, bottiglie di vino e superalcolici, anche di pregio, oltre a oggetti casalinghi e piccoli elettrodomestici, del valore complessivo di circa 70.000 euro, il tutto stipato in un capannone/magazzino di Albano Sant’Alessandro (BG), provento degli innumerevoli furti messi a segno dalla banda in tutto il Nord Italia, merce che poi sarebbe stata rivenduta a metà prezzo. Nei confronti degli indagati, che dovranno rispondere dei numerosi furti aggravati, tentati e consumati in concorso, la Procura della Repubblica di Pordenone nella persona del PM d.ssa Monica Carraturo ha richiesto ed ottenuto la misura della custodia cautelare in carcere, al momento non ancora eseguita data la loro attuale irreperibilità.

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