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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Malato di cuore e dichiarato incompatibile col carcere: "E' ancora in cella, rischia la vita"

L'amministratore di sostegno di un 40enne di San Donà, detenuto a Santa Bona a Treviso, chiede che possa uscire dal penitenziaro: "Sconti la sua pena, ma lo faccia con dignità"

TREVISO Gravemente malato di cuore, chiede di poter avere un'assistenza medica in una struttura specializzata (continuando a scontare la sua pena) perché, a detta del suo amministratore di sostegno, "a rischio di morte imminente". Il protagonista della vicenda è un 40enne di San Donà in carcere per reati contro il patrimonio alle prese con problemi cardiaci che, secondo un documento del 7 aprile 2017 dell'Ulss 2, lo rendono "incompatibile con la reclusione". "Il Tribunale di Sorveglianza di Venezia ha deciso diversamente", fa sapere l'avvocato del detenuto, Daniele Toffanin

Incompatibile col carcere ma in carcere "Attualmente il 40enne è detenuto nel carcere di Treviso - dichiara in una nota l'amministratore di sostegno, D.M. - la cosa che mi stupisce giorno dopo giorno è il fatto che lo stesso carcere lo dichiara incompatibile con la detenzione, dal momento che da poco ha subito un intervento a cuore aperto. Qualche giorno fa il detenuto è stato trasportato in pronto soccorso con la diagnosi di pericardite e rimesso in carcere, forse per mancanza della scorta".

Si cercano strutture attrezzate La speranza è di trovare una realtà adatta al detenuto: "Nessuno mette in dubbio il fatto che debba pagare la sua pena - continua l'amministratore di sostegno - ma la giustizia stessa l'ha dichiarato in pericolo di vita. Se così è venga scarcerato e lasciato vicino a suo figlio minore". Si sta sondando la possibilità di un possibile ricorso per cassazione contro la sentenza del Tribunale di sorveglianza che rigetta la richiesta di differimento pena: "E' assurdo che si nomini un medico legale che mette nero su bianco l'incompatibilità del 40enne col carcere e poi lo si costringa a una reclusione dello stesso tipo".

"Lo lascino morire dignitosamente" L'amministratore di sostegno ha fatto sapere che in queste ore ha scritto al Ministro della Giustizia e al Presidente della Repubblica per rendere pubblica la storia del detenuto sandonatese dal cuore che funziona solo al 25%. "Venga messo nelle condizioni di poter eventualmente morire dignitosamente e di proseguire le proprie cure come qualsiasi persona civile".

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