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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Case popolari, revocata la graduatoria di edilizia residenziale pubblica

Il Comune di Treviso ha trasferito l’Ufficio Casa al Comando di polizia locale che stava già verificando le posizioni degli inquilini. Tutte le pratiche verranno re-istruite con il nuovo bando in collaborazione con Ater

È stata revocata con atto dirigenziale la graduatoria di Edilizia residenziale pubblica. Alla base della decisione presa dal Comune di Treviso la volontà di operare una completa re-istruzione rispetto alle pratiche ora al vaglio della Magistratura. 

«Ferma la piena consapevolezza delle capacità dei dipendenti, che hanno sempre lavorato con professionalità e grande sensibilità - spiega il sindaco Mario Conte - l’Amministrazione comunale sta creando i presupposti affinché, alla luce dei recenti avvenimenti, venga favorito un clima lavorativo positivo oltre alla massima efficienza nell’erogazione dei servizi a tutela dei cittadini che versano in uno stato di bisogno. Da qui la scelta di trasferire l’Ufficio Casa al Comando di polizia locale che già stava verificando, su mio impulso, le posizioni degli occupanti e altresì di attivare fin da subito l’iter per l’approvazione del nuovo bando». Come noto, l’inchiesta giudiziaria sulle assegnazioni ha portato al sequestro di fascicoli, documenti ed atti, alcuni dei quali correlati a procedimenti amministrativi in corso. Pertanto si è ritenuto opportuno rinnovare l’iter di formazione della graduatoria: a tal fine sarà predisposto il nuovo bando in tempi brevi, in modo da rendere minimo il disagio per gli interessati. Il bando sarà predisposto dagli Uffici comunali per poi essere approvato dall'amministrazione. Per quanto riguarda invece le procedure di selezione finalizzate alla formazione della nuova graduatoria, il Comune di Treviso si avvarrà della collaborazione di Ater che, come avviene in moltissimi comuni della Regione, sarà appositamente delegata: si tratta di un’altra misura motivata dall’esigenza di rinnovare l’organizzazione ed il funzionamento dell’Ufficio Casa contando sulle competenze di un Ente esterno e qualificato.

Le reazioni

«Ho fiducia che i dipendenti dimostreranno l'assoluta estraneità dalle vicende giudiziarie che stanno coinvolgendo il settore casa in questi mesi, tuttavia queste indagini sono il sintomo di un problema che,  negli ultimi quattro anni, l'amministrazione Conte non ha fatto nulla per risolvere  - commenta il capogruppo del Pd di Treviso, Stefano Pelloni -. Tutti ricordiamo le promesse del sindaco Conte in campagna elettorale sulle grandi rivoluzioni nella gestione dell'Edilizia residenziale pubblica: queste non solo non ci sono state, ma anzi le criticità sono esplose, tanto da dover spostare il settore Casa dentro al Comando della polizia locale. Da un anno denunciamo la mancanza di idee per risolvere il problema dell'emergenza abitativa: giusto ieri ho depositato un'interrogazione in cui si chiedono appunto precisazioni in merito alla graduatoria da mesi ferma senza alcuna assegnazione - continua il consigliere PD - Come mai si è aspettato fino ad ora per prendere questa decisione? Auspico che si metta in campo un fondo straordinario per investire nelle politiche per la casa: servono, da un lato, fondi per acquistare e ristrutturare immobili ERP per le emergenze abitative e, dall'altro, risorse per finanziare un fondo di garanzia per gli affitti delle giovani coppie, dei lavoratori stranieri o delle famiglie monoreddito, che difficilmente trovano appartamenti in affitto nel libero mercato a Treviso. Vedremo qualcosa nel bilancio 2023 che approveremo entro la fine dell'anno? Il silenzio dell'Assessore è assordante, ora sono in attesa della risposta all'interrogazione, ma annuncio sin d'ora che proporrò la convocazione di una commissione consiliare ad hoc per affrontare il problema - conclude Pelloni - il problema dei rincari del costo della vita e delle bollette sta mettendo in difficoltà molte famiglie, a cui bisogna dare delle risposte: la casa è un diritto primario delle persone».

Luigi Calesso, portavoce di Coalizione Civica Treviso, aggiunge: «La revoca della graduatoria di assegnazione degli alloggi popolari è una misura grave perché comporterà ulteriori attese (nell’ordine dei mesi) visto che si “riparte” da un nuovo bando che va predisposto e reso pubblico garantendo ai cittadini i tempi necessari per la partecipazione. Saranno poi necessari ulteriori tempi per la formazione delle graduatorie. E tutto questo accade mentre l’emergenza casa è sempre più grave, aumenta il numero dei trevigiani sotto sfratto e l’amministrazione comunale, anche dopo la modesta “apertura dei cordoni” da parte della Regione, è in grado di assegnare (forse) una decina di alloggi per l’emergenza abitativa, a fronte di 173 richieste. Mi pare, quindi, che le motivazioni che hanno portato a questa scelta non possano essere esaurite dal comunicato dell’amministrazione comunale e che della questione vada investito il consiglio comunale. Se si ritiene che la trattazione dell’argomento presenti degli aspetti di riservatezza che non consentono lo svolgimento di una riunione pubblica, si proceda pure con una seduta a porte chiuse. Almeno i consiglieri comunali saranno informati sui motivi che hanno portato l’amministrazione comunale a compiere una scelta tutt’altro che banale e scontata. Il dibattito a porte chiuse sarebbe un’ottima occasione perché si possano esprimere senza rischiare di “finire sui giornali” i consiglieri di maggioranza che, secondo la stampa locale, fin dall’inizio dell’indagine sull’assegnazione degli alloggi popolari avrebbero ricevuto (e accettato) la “consegna” del silenzio. Se fosse vero (mi auguro che non lo sia) sarebbe proprio una miseria, tanto per chi ha dato l’ordine quanto per chi vi obbedisce visto che il compito dei consiglieri comunali è proprio quello di dare voce ai cittadini usando la loro voce, non certo sacrificandola al “silenzio di partito”. Se, come spero, il Consiglio Comunale potrà riunirsi con la presenza del pubblico e della stampa in una riunione dedicata unicamente a questo argomento la seduta andrà adeguatamente preparata coinvolgendo l’Ater, i sindacati, le associazioni degli inquilini che possono portare contributi di analisi e di proposta indispensabili per risolvere i problemi. Mi pare evidente, infatti, che affrontare i problemi della crescente emergenza abitativa e del diritto alla casa sia compito superiore per le forze di qualsiasi amministrazione comunale (e in particolare di questa che non si distingue certo per l’attenzione alle questioni sociali, tutta presa com’è dal riempire di “lustrini” il centro storico…). Da più di un anno che noi di Coalizione Civica per Treviso (sulla base di quanto rilevato e denunciato da sindacati e associazioni) sosteniamo che l’epidemia avrebbe lasciato in eredità un aggravamento dei problemi sociali, a cominciare da quelli della disoccupazione e della casa, esattamente come sta accadendo in tutta l’Italia e in molti altri Paesi europei. Lo dimostra anche il “Libro bianco sugli alloggi popolari in città” che abbiamo reso pubblico nei mesi scorsi e di cui allego copia. Finora, invece, ogni volta che i problemi relativi agli alloggi popolari diventano di pubblico dominio la vicenda si avvita in uno scontro tra il Sindaco Conte e l’ex-consigliere Fanton quasi che fosse un problema “interno” tra leghisti ed ex-leghisti e non una questione che ha a che fare con uno dei diritti dei cittadini, quello all’abitare».

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