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Cronaca Casier

Vandalismo al Covid point di Casier, l'autore è un malato psichico

L'uomo, un 34enne di Treviso, indagato anche per maltrattamenti nei confronti della madre, è stato affidato ad una comunità dove potrà essere curato

C'era il sospetto che dietro al raid, avvenuto nella notte tra l'8 e il 9 di gennaio dello scorso anno al Covid point di Dosson  vi fosse la mano di uno o più “non vax”, tanto che le indagini si erano subito indirizzate verso possibilità di ricondurre il "blitz" ad ambienti ideologicamente contrari alla vaccinazione contro il Covid. Un vetro era stato mandato in frantumi, c'erano i segni di forzatura alla serratura del container per l’accettazione delle persone che si dovevano sottoporre al tampone. Mancava anche un estintore dalla vicina tensostruttura che era aperta e senza porte, mentre due transenne che venivano solitamente utilizzate per incanalare gli accessi degli utenti erano state tolte e gettate nel fosso vicino alla strada. Ma la verità è che quell'assalto fu il frutto della follia di un 35enne di Treviso, che aveva agito probabilmente per emulazione. 

F.G., residente a Treviso, è il destinatario di una misura di sicurezza che lo ha spedito in una comunità per persone con problemi psichici. Il 34enne era infatti imputato di maltrattamenti ai danni della madre ma tutte le perizie psichiatriche cui è stato sottoposto, anche quelle relative ai fatti di Dosson, ne hanno certificato non soltanto la malattia (è affetto da una sindrome schizofrenica cronica) ma la totale incapacità al tempo della commissione dei fatti e, soprattutto, di stare a processo. Così, su iniziativa del suo legale (l'avvocato Davide Favotto) l'uomo è stato ricoverato presso una struttura dove possa essere curato. 

Nel 2015 era stato affidato ai servizi psichiatrici della Uls, cioè fin da quando aveva cominciato ad aggredire la madre che, una volta separata dal padre con cui F.G. vive, era solita recarsi in casa del figlio per fare la faccende domestiche. Poi, dopo sei anni di vessazioni e botte, aveva deciso di denunciarlo. Il 30 gennaio del 2022 i carabinieri, che indagavano sul raid centro della Usl, grazie alle riprese delle telecamere di video sorveglianza riuscirono a individuare l'autore, che era appunto il 34enne. Ma di lui non si sapeva ancora nulla e tanto meno dei suoi problemi di salute mentale. In casa sua fu ritrovato l'estintore prelevato dalla tensostruttura del centro ma durante la perquisizione F.G. Andò su tutte le furie, insultando e minacciando i militari dell'Arma tanto che un parente si propose addirittura come mediatore. Il risultato fu che il giovane, oltre ad essere fortemente sospettato di aver compiuto l'atto di vandalismo che gli valse una denuncia per danneggiamenti, si beccò anche una seconda querela, questa volta per resistenza a pubblico ufficiale.
 

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