rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Castelfranco Veneto

Estorsione alla Bt Time, fissata la data dell'udienza preliminare

Fabio Gianduzzo, veneziano 56enne, Edi Biasol, goriziano di 52 anni e Rudi D'Altoè, un 45enne residente a Roncade, si presentaranno davanti al gup di Treviso il prossimo 22 aprile

Estorsione. E' questa l'accusa formulata dal pubblico ministero Gabriella Cama che alla chiusura delle indagini ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di Fabio Gianduzzo (difeso dall'avvocato Giuseppe Muzzupappa), il veneziano 56enne che insieme a Edi Biasol, goriziano di 52 anni e Rudi D'Altoè, un 45enne residente a Roncade. I tre si sarebbero resi responsabili di una colossale estorsione aggravata continuata, avvenuta a cavallo tra il 2020 e il 2021, ai danni del responsabile commerciale e dell’amministratore unico di una società di consulenza aziendale con sede a Treviso, Renato Celotto, e di Michele Gallà della "Btime Italia srl" con sede a Treviso in via Le Canevare, con partecipazioni nelle le società "Bt Rent srl" e "Clt Faschio Group". L'udienza preliminare è stata fissata al prossimo 22 aprile.

Secondo le imputazioni il 56enne e il 52enne avrebbero agito come "riscossori" di un presunto debito che D'Altoè aveva nei confronti di Celotto, al tempo consulente del centro commerciale "Tom Village" di Santa Maria di Sala, pari a quasi 3 milioni e mezzo di euro, cifra di cui Celotto di sarebbe appropriato. I tre avrebbero di fatto espropriato  l'azienda dalla sua legittima proprietà, sottoponendo le due vittime a crescenti minacce di natura fisica.

Celotto però sarebbe finito nell'inchiesta sul centro commerciale "Tom Village", finito in fallimento dopo che sarebbe stato svuotato di tutto il suo patrimonio. Per questa ragione (la storia è collegata all'estorsione, anche se l'indagine sulla bancarotta è della Procura di Venezia) erano finiti ai domicilari sia l'imprenditore di Castelfranco Veneto che Massimiliano Riolfo di Mira (Venezia) e Luigi Ardizzoni di Lignano Sabbiadoro (Udine). I riscontri del nucleo di polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Venezia avrebbero messo in luce che i tre avrebbero avuto un ruolo determinante nella parabola amara del Tom Village, fallito a febbraio 2021 con un buco da 34 milioni di euro e ora sotto la guida di una nuova gestione che nulla ha a che vedere con i fatti dell'inchiesta. A loro erano anche stati stati sequestrati (in solido con altre cinque persone e due società) quasi 7 milioni di euro, ovvero parte del corrispettivo delle azione messe in piedi per svuotare le casse del centro commerciale. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Estorsione alla Bt Time, fissata la data dell'udienza preliminare

TrevisoToday è in caricamento