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Derubano l'azienda per cui lavorano, dipendenti infedeli scoperti dai carabinieri

La denuncia di un imprenditore della Castellana, proprietario di un'azienda che si occupa di complementi d'arredo, ha portato a identificare e denunciare tre persone, due operai e un ricettatore. Trovato il deposito della refurtiva, per un valore di decine di migliaia di euro

I Carabinieri della Compagnia di Castelfranco Veneto, al termine di un'indagine coordinata dalla Procura di Treviso, hanno individuato tre persone, presunti autori di reati in danno di una ditta di complementi d’arredo della “Castellana”: due, in particolare, sono indiziati di furto aggravato in concorso, mentre a carico del terzo è stato configurato il reato di ricettazione.

La denuncia e l'indagine dei carabinieri

Le indagini hanno avuto inizio a seguito di svariati ammanchi di materiale plastico di assemblaggio registrati, da qualche mese, dal titolare dell’azienda, che si è risvolto all’Arma per denunciare il susseguirsi di questi furti, commessi sempre in orario notturno, quando il personale dell’azienda era presente in numero minore. Fondamentale è stato il supporto fornito dalla vittima nel corso dell’intera attività investigativa dei carabinieri di Castelfranco Veneto che ha consentito di identificare i presunti responsabili degli ammanchi e risalire anche alla destinazione finale della merce sottratta.

I dipendenti infedeli

Raccolti i primi riscontri circa l’ipotesi che i furti potessero essere opera di dipendenti “infedeli” dell’azienda, i sospetti degli inquirenti trovavano conferma nelle ore scorse, quando i militari dell’Arma che da tempo monitoravano la ditta presa di mira notavano due dipendenti della stessa caricare nottetempo, a bordo di un autoarticolato della società, tra la merce che doveva effettivamente essere consegnata ai clienti, anche quattro bancali di materiale plastico di assemblaggio analoghi a quelli oggetto dei precedenti ammanchi segnalati in denuncia.

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Il blitz per incastrarli

Mentre uno dei due dipendenti rimaneva poi nella sede della ditta, l’altro, alla guida del mezzo pesante, si è dileguato, venendo seguito a debita distanza da militari dell’Arma. Percorsa una decina di chilometri, l’autoarticolato si fermava in prossimità di un cancello, accedendo all’interno di una proprietà, dove l’autista, d’accordo con il destinatario della merce, iniziava a scaricare i bancali. I carabinieri hanno fatto a questo punto scattare il blitz bloccando i due soggetti e procedendo al controllo del carico, mentre l’operaio precedentemente rimasto all’interno dell’azienda veniva anch’esso compiutamente identificato da altro personale operante e condotto in caserma. Le verifiche svolte hanno permesso di appurare che i 4 bancali di merce, del valore complessivo di circa 9mila euro, caricati in ditta dai due dipendenti, erano privi di documenti accompagnatori, non erano da annoverare tra i prodotti da recapitare a clienti e risultavano, pertanto, essere stati e sottratti dai due uomini, stoccati a bordo dell’autoarticolato e consegnati al terzo indagato, che fungeva pertanto da destinatario finale del materiale asportato.

La scoperta della refurtiva

Durante la contestuale perquisizione, eseguita all’interno della proprietà in cui era stato fermato il mezzo pesante, sono stati rinvenuti altri 5 bancali di materiale plastico e oltre 230 pallets in legno recanti il marchio dell’azienda che aveva subìto gli ammanchi e che, quindi, ha patito un danno patrimoniale (ancora in fase di esatta quantificazione) sicuramente ingente. Gli indagati per furto, un 42enne e un 43enne del trevigiano, insieme ad un 39enne denunciato per ricettazione, tutti incensurati, espletate le formalità di rito e non ritenute sussistenti particolari esigenze cautelari a loro carico, sono stati rilasciati, nelle more del prosieguo della vicenda penale.

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