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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Castelfranco Veneto

Dopo 50 anni accetta di dire "sì", 72enne assolta dal reato di circonvenzione di incapace

La donna, residente in provincia di Venezia, avrebbe acconsentito alle nozze dopo una storia durata mezzo secolo, accettando anche un testamento olografo soltanto per salvare una modesta proprietà immobiliare dai figli di lui, che volevano venderla

E' finito con una assoluzione il risvolto giudiziario di una storia d'amore lunga cinquant'anni, coronata finalmente da una convivenza iniziata nel 2007. La protagonista di questa storia, una 72enne di Venezia (difesa dall'avvocato Ernesto De Toni del Foro di Padova), è stata infatti prosciolta dal reato di circonvenzione di incapace nei confronti dell'uomo che aveva atteso per più di mezzo secolo e che era stata denunciata da uno dei figli di un precedente matrimonio.

La donna, una benestante che era anche proprietaria di un note albergo di Via Bafile e Jesolo Lido, aveva conosciuto il suo "Romeo", al tempo rappresentate di alcolici, sul finire degli anni '60.  Si innamorano e cominciano una storia "segreta" che dura fino a quando l'uomo divorzia dalla moglie. Sembra che il loro sogno stia per coronarsi ma di mezzo si mettono i figli di lui, che provocano un allontanamento della coppia. Gli amanti si perdono di vista e lui si risposa, fino al 2007 quando, ormai in là con gli anni e esauritosi anche il secondo rapporto coniugale, finalmente possono stare insieme.

La 72enne gode di un ottimo reddito, con il quale compra una casa che da in uso al compagno oltre a destinargli un assegno mensile, utilizzato da lui anche per pagare il mantenimento ai due figli. Intorno al 2016 però le condizioni di salute dell'uomo peggiorano: viene ricoverato in ospedale e poi in una residenza per anziani. E lei, che lo ha atteso per oltre mezzo secolo, gli sta amorevolmente vicino. E' a quel punto che i due figli insistono perché l'uomo venda la sua metà dell'immobile lasciato dai genitori, per un valore catastale che non supererebbe i 20 mila euro. Lui non ne vuole sapere e chiede insistentemente alla donna di fare il possibile per bloccare la vendita accettando il contenuto di un testamento scritto di suo pugno.

La denuncia del figlio arriva a oltre un anno dal lascito del padre. Lo spunto alla querela sarebbe venuto dal compagno di stanza che avrebbe visto e sentito la donna insistere perché l'uomo mettesse la firma sui documenti, comprese le pubblicazioni per un matrimonio che non si celebrerà mai per la morte dello sposo.

«Io - si era difesa l'imputata - non volevo neppure sposarmi per non confondere i due patrimoni. E il testamento l'ho accettato solo perché lui mi ha supplicato di salvare l'unica proprietà immobiliare che aveva, la metà di una casa lasciata dai genitori in Puglia, altrimenti i figli l'avrebbero svenduta. La nostra è stata una storia d'amore, non di soldi. Suo figlio mi ha trascinata in tribunale  perché mi odia e mi ritiene responsabile del divorzio dei genitori. Io stavo bene così, a me bastava restare insieme con l'uomo della mia vita, non avevo bisogno di prendere i suoi soldi».
 

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