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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Castelfranco Veneto

Accetta di sposarlo dopo 50 anni, 72enne finisce in Tribunale accusata di circonvenzione di incapace

La donna, residente in provincia di Venezia, è proprietaria di un noto albergo di Jesolo Lido. Dopo una storia durata mezzo secolo avrebbe acconsentito alle nozze, accettando anche un testamento olografo, soltanto per salvare una modesta proprietà immobiliare dai figli di lui, che volevano venderla. Oggi 26 aprile l'udienza preliminare in cui deve però rispondere di aver approfittato delle condizioni mentali dell'uomo, che nel frattempo è morto

Una storia d'amore lunga cinquant'anni coronata finalmente dalla convivenza, iniziata nel 2007. Ma dieci anni più tardi lui si ammala: viene ricoverato prima nel reparto di lunga degenza dell'ospedale di Castelfranco poi in una casa di riposo sempre della castellana. E lei, la fiamma di mezzo secolo, malgrado l'uomo avesse due matrimoni alle spalle, sempre accanto a lui. Ma la vicenda personale di questi due innamorati, lei quasi settantenne e lui ottantenne, è finita in tribunale. Il motivo? Uno dei figli dell'anziano, avuto dal primo rapporto coniugale, l'ha denunciata accusandola di aver abusato della condizione di deficienza psichica del compagno (che nel frattempo è morto) per fargli scrivere un testamento a suo favore, oltre a firmare le pubblicazioni di matrimonio. Atti che avrebbero procurato un effetto dannoso a lui e al fratello.

Così oggi, martedì 26 aprile, la donna, una residente in provincia di Venezia e oggi 72enne, è comparsa di fronte al giudice dell'udienza preliminare Gianluigi Zulian (assistita dall'avvocato Ernesto De Toni del Foro di Padova) per rispondere del reato di circonvenzione di incapace.

«Io - si difende però l'imputata - non volevo neppure sposarmi per non confondere i due patrimoni. E il testamento l'ho accettato solo perché lui mi ha supplicato di salvare l'unica proprietà immobiliare che aveva, la metà di una casa lasciata dai genitori in Puglia, altrimenti i figli l'avrebbero svenduta. La nostra è stata una storia d'amore, non di soldi».

In effetti quella più benestante era la 72enne, proprietaria di un noto albergo di Jesolo Lido, in via Bafile. I due si erano conosciuti sul finire degli anni '60, lei già impegnata come imprenditrice turistica e lui che faceva il rappresentante di alcolici. Si innamorano e cominciano una storia "segreta" che dura fino a quando l'uomo divorzia dalla moglie. Sembra che il loro sogno stia per coronarsi ma di mezzo si mettono i figli di lui, che provocano un allontanamento della coppia. Gli amanti si perdono di vista e lui si risposa, fino al 2007 quando, ormai in là con gli anni e esauritosi anche il secondo rapporto coniugale, finalmente possono stare insieme.

La 72enne gode di un ottimo reddito, con il quale compra una casa che da in uso al compagno oltre a destinargli un assegno mensile, con il quale lui paga anche i due figli. Intorno al 2016 le condizioni di salute dell'uomo peggiorano: viene ricoverato in ospedale e poi in una residenza per anziani. E lei, che lo ha atteso per oltre mezzo secolo, gli sta amorevolmente vicino. E' a quel punto che i due figli insistono perché l'uomo venda la sua metà dell'immobile lasciato dai genitori, per un valore catastale che non supererebbe i 20 mila euro. Lui non ne vuole sapere e chiede insistentemente alla donna di fare il possibile per bloccare la vendita accettando il contenuto di un testamento scritto di suo pugno.

La denuncia del figlio arriva a oltre un anno dal lascito del padre. Lo spunto alla querela viene da un vicino di letto che avrebbe visto e sentito la donna insistere perché l'uomo mettesse la firma sui documenti, comprese le pubblicazioni per un matrimonio che non si celebrerà mai per la morte dello sposo.

«L'ha fatto - dice la 72enne parlando dell'autore della denuncia - perché mi odia e mi ritiene responsabile del divorzio dei genitori. Io stavo bene così, a me bastava restare insieme con l'uomo della mia vita, non avevo bisogno di prendere i suoi soldi». L'udienza è stata rinviata al prossimo 5 luglio per la requisitoria del pubblico ministero Davide Romanelli e le conclusioni della difesa.

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