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Cronaca Castelfranco Veneto

Accusato dalla "ex" di maltrattamenti e calunnia, assoluzione per l'ex vincitore del Grande Fratello

Mauro Marin, che nel 2010 aveva conquistato il trono nel noto programma televisivo, era stato trascinato in tribunale dalla madre di suo figlio e dal suocero

Accusato di minacce, maltrattamenti e calunnia nei confronti della sua ex compagna Jessica, la madre di suo figlio, e del padre di lei, Franco Bellei, entrambi residenti a Sulmona in provincia dell'Aquila, era finito a processo. L'incubo di Mario Marin,il castellano che nel 2010 era stato incoronato come vincitore del Grande Fratello, è però finito. Nei suoi confronti ieri, 4 maggio, è stata infatti  pronunciata una sentenza di assoluzione, dal tribunale di Sulmona (Aquila) in quanto il fatto non sussiste. 

La formula dell'insufficienza delle risultanze probatorie da ragione a Marin che era stato rinviato a giudizio in quanto avrebbe attuato dei comportamenti violenti nei confronti della convivente quando questa era in dolce attesa. Fatti che sarebbero successi all’interno dell’abitazione che condividevano, con ripetute aggressioni verbali e insulti. Inoltre, sempre durante la convivenza, Marin avrebbe umiliato continuamente la sua compagna minacciandola con le suppellettili della casa e in qualche occasione l’avrebbe anche spinta contro il muro. Comportamenti che il castellano avrebbe messo in atto anche (ma solo in alcune conversazioni telefoniche) nei confronti del padre della convivente, arrivando anche a minacciarlo di morte con frasi del tipo "sai che fine fai non ti ritrova nessuno…le ossa degli animali non si ritrovano più”.

L'ex vincitore del Grande Fratello avrebbe denunciato - a Castelfranco - l’ex suocero di averlo minacciato di sparargli alle gambe e di avergli mostrato un proiettile. Tutto questo, secondo la Procura abruzzese, pur sapendolo innocente. Da qui era scaturita la denuncia per calunnia nei confronti di Bellei, che per quei fatti era stato assolto. Nel corso del procedimento non è emersa la prova né delle minacce né tanto meno dei maltrattamenti a padre e figlia. E così il giudice Pinacchio ha assolto l’imputato ex gieffino, dopo che l'uomo aveva deposto in aula raccontando la sua versione dei fatti. Per quanto concerne la calunnia, sempre secondo il giudice, il fatto non costituisce reato, smontando così l’intero castello accusatorio che gli era stato costruito intorno. 

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