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Cronaca Castelfranco Veneto

Palpeggia minorenne, sentenza esemplare dei giudici

Cinque anni e cinque mesi all'uomo accusato di essersi introdotto di notte in casa della 13enne di Castelfranco e di averle toccato il sedere

Cinque anni e cinque mesi di reclusione. Questa la condanna che è stata inflitta dal Tribunale di Treviso all'uomo accusato di essere entrato nella casa di una giovane di Castelfranco e di aver provato ad abusarne. Equivalenti alle attenuanti e le aggravanti, che sarebbero consiste nel fatto di entrare di notte ed essersi furtivamente introdotto nella cameretta della giovane.


La storia è quella relativa ad una "intrusione" avvenuta il 27 luglio del 2016  nell'appartamento della giovane, che al temo dei fatti era poco più di una ragazzina, in piena notte. Un "blitz" realizzato senza infrazione e quindi utilizzando le chiavi dell'abitazione. La giovane avrebbe percepito una persona che si sarebbe messa accanto a lei mentre era sul letto e che le avrebbe accarezzato ripetutamente il sedere. In preda al panico la 13enne si sarebbe messa ad urlare e nell'ombra avrebbe riconosciuto il vicino di casa, che però si sarebbe allontano prontamente repentinamente.

A processo la difesa pensava di aver segnato un punto pesante a proprio favore con la deposizione delle moglie dell'uomo, che disse di averlo visto a letto a fianco lei quando avvenne la violenza. «Quella sera - ha raccontato ai giudici -  me la ricordo bene. Io e mio marito eravamo in casa e stavamo guardando una serie alla tv quando lui si è addormentato. Io ho spento tutto e l'ho svegliato e siamo andati a letto. Ad un certo punto, nel cuore della notte, ho sentito un urlo. Mi sono alzata a sono andata a controllare mio figlio, convinta che il rumore venisse dalla sua stanza e che fosse successo qualche cosa in quanto il ragazzo è sonnambulo. E invece dormiva. Ho acceso la televisione per vedere che ora era e poi sono tornata a letto. E lui era lì, vicino a me, che dormiva, anzi stava russando. Non può essere stato lui, me ne sarei accorta se non ci fosse stato».

"Non mettiamo in dubbio che effettivamente qualcosa sia successo - è stato il commento dell'avvocato Fabio Pavone, legale dell'uomo - ma a processo non è emersa chiaramente la prova che sia stato effettivamente lui. Per questo fino da adesso posso dire che faremo ricorso in Appello, il mio cliente è innocente".

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