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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Castelfranco Veneto

Pestaggio allo "G Club" di Castelfranco, condannati due "buttafuori"

Nove mesi per Fabio Gambarotto, 46enne di Padova, sei mesi inflitti a Michele Galdiolo, 43anni di Villafranca. Assoluzione invece per Nello Serpico, 46 anni di Selavazzano. Questa la sentenza emessa oggi, 6 giugno, dal giudice Gianluigi Zulian per i fatti del dicembre del 2016, quando quattro ragazzi bassanesi furono fatti oggetto di violenza da parte del personale che lavorava alla sicurezza del locale

Nove mesi per Fabio Gambarotto, 46enne di Padova, sei mesi inflitti a Michele Galdiolo, 43anni di Villafranca. Assoluzione invece per Nello Serpico, 46 anni di Selvazzano. Questa la sentenza emessa oggi, 6 giugno, dal giudice Gianluigi Zulian e che chiude (in primo grado) la vicenda del pestaggio avvenuto nel dicembre del 2016 presso il "G Club" in via dei Carpani a Castelfranco Veneto, una tensostruttura collegata all'albergo ristorante "Da Fior", scatenata dai pesanti apprezzamenti da parte di un cliente del locale all'indirizzo delle ragazze che facevano parte del gruppo dei quattro bassanesi assaliti. Ai ragazzi vicentini (tutti difesi dall'avvocato Massimo Benozzati) è stata riconosciuto in via provvisionale una risarcimento di complessivo di 5 mila euro, con la liquidazione dei danni che avverrà in distinto procedimento civile.

I giovani sarebbero stati presi per il collo, malmenati e sbattuti a terra dai tre imputati, che lavoravano come "buttafuori" all'esterno del locale, accusati a vario titolo di lesioni personali aggravate e minacce. Una delle vittime sarebbe stata fatta oggetto di violenza che gli ha procurato anche la frattura del setto nasale e uno svenimento, prima di venire trascinato per 20 metri nel piazzale del parcheggio e essere pesantemente insultato e minacciato dal responsabile dalla vigilanza protagonista dell'aggressione. «Ad un certo punto - aveva detto nel corso della sua deposizione - ho smesso di ricordare. Poi ho chiesto ai miei amici cosa fosse successo e loro mi hanno raccontato che erano convinti che fossi morto perchè sembrava che non respirassi più».

I due condannati erano dipendenti dell’agenzia “Hacker investigazione” di Selvazzano, messa sotto contratto dalla proprietà del locale. Però aveva però assunto alcuni lavoratori in nero per cui sono scattate anche sanzioni amministrative per quasi 5.000 euro. Il titolare della "Hacker" è stato inoltre indagato per favoreggiamento visto che ha fornito nominativi falsi sui buttafuori agli investigatori.

Secondo le indagini i quattro, che stavano lasciando il locale, sarebbero tornati sui loro passi una volta sentiti i commenti di un cliente all'indirizzo delle ragazze che facevano parte del gruppo; e sarebbe stato a quel punto che i "buttafuori" hanno fatto scattare la violenza. Al pronto soccorso sono finite anche due giovani, di cui una sarebbe stata presa per il collo e sbattuta a terra.

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