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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Castello di Godego

Picchia la compagna che aspetta un figlio, a processo un 25enne

La storia è accaduta a Castello di Godego tra il 2020 e il 2021. Secondo l'accusa il giovane, marocchino di seconda generazione, sarebbe stato spinto da una immotivata gelosia nei confronti della compagna 21enne. Ora è atteso dal giudizio in abbreviato

Sei mesi d'inferno, un autentico terrore finito soltanto nel giugno dello scorso anno quando, vittima ancora una volta di una delle scenate di gelosia di lui, è arrivata la pronto soccorso di Castelfranco ed ha raccontato tutto ai sanitari. Protagonista della storia una coppia di giovani conviventi, lei 21enne di Castello di Godego, lui 25enne, marocchino di seconda generazione, nato a Mazzara del Vallo. Una relazione, la prima per entrambi, che era sfociata in una convivenza e più tardi nella lieta notizia che la ragazza aspettava un figlio. Ma rovinata per sempre dagli eccessi di lui, dimostratosi, alla prova dei fatti, non abbastanza maturo da gestire il rapporto di coppia a causa di una esagerata e immotivata gelosia, che l'ha portato a picchiarla e anche a minacciare lei e il bambino che aveva in grembo di morte. Il ragazzo, difeso dall'avvocato Roberto Quintavalle, oggi si è presentato di fronte al gup di Treviso Piera De Stefani che, su richiesta dal suo legale, lo ha ammesso al rito abbreviato. Il procedimento, in cui dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali gravi, avrà luogo il prossimo 27 ottobre.

I due erano andati a convivere nel 2020 e praticamente da subito il giovane aveva dimostrato una estrema gelosia nei confronti della compagna, di cui controllava ossessivamente il telefono cellulare alla ricerca di chissà quali prove su una sua ipotetica infedeltà. Il 25enne, che aveva suscitato anche i sospetti dei genitori di lei a riguardo del suo comportamento, si lasciava andare a sceneggiate condite però dalle botte: una volta le aveva strappato i capelli e provocato una ecchimosi ad un occhio, un'altra l'aveva svegliata nel cuore della notte inveendo contro di lei, chiamata «sei una poco di buona, una t...» e tirandole schiaffi, calci, sputandole addosso e spingendola giù dal letto, provocandole una ferita lacero contusa alla fronte. In un'altra occasione si sarebbe tolto la fibbia dei pantaloni, colpendola come punizione e causandole diversi ematomi.

La relazione tra i due si interrompe bruscamente, salvo il riavvicinamento all'inizio del 2021, che sfocia nella gravidanza della 21enne. Ma il giovane, saputo dello stato interessante di lei, reagisce in malo modo, gettandola a terra e sferrando un calcio alla pancia della ragazza. Poi seguono altri episodi, tutti avvenuti in casa: ad aprile la percuote violentemente, tirandole due schiaffoni sul viso e provocando la rottura dei capillari, poi la minaccia di morte, dicendole «Ti uccido, uccido io il bambino sulla pancia che ti cade».

L'episodio finale, che convince la giovane a presentare la denuncia e a lasciarlo una volta per tutte, avviene all'interno del Mc Donald's di Castelfranco Veneto, quando improvvisa una scenata davanti a tutti, inseguendo la compagna fino al bagno dove si era riparata, colpendo violentemente la porta che era stata chiusa a chiave. All'uscita della giovane l'avrebbe inseguita fin fuori dal locale, dove l'avrebbe colpita alla testa con il casco e, non contento, le avrebbe anche rotto il setto nasale con un pugno.

La ragazza - che al tempo era già incinta di 30 settimane -  e il suo aguzzino raggiungono il pronto soccorso dell'ospedale di Castelfranco, dove lui però l'avrebbe costretta a raccontare che la ferita al naso se l'era procurata in motorino. Ma i sanitari non ci cascano, la invitano in una sala lontano da occhi indiscreti dove, con l'ausilio di uno psicologo, la giovane racconta l'inferno attraverso cui è passata.

La 21enne, assistita dall'avvocato Anna Baggio, ha deciso di non costituirsi come parte civile. L'ex l'avrebbe infatti convinta a ritirare la denuncia (ma il reato si persegue comunque d'ufficio) e la ragazza, che vuole tagliare con quel passato fatto di botte e maltrattamenti, ha accettato.

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