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Cronaca Godega di Sant'Urbano / Via Borgo Guzzo

Cemento su vigneto ultracentenario a Godega, Italia Nostra insorge

L'associazione Italia Nostra è ricorsa alla Sovraintendenza per fermare la colata di cemento che potrebbe scendere sul vigneto ultracentenario di Baver, dopo il cambio di destinazione dei terreni dell'area

L'ombra del cemento si allunga sul vigneto ultracentenario di Baver, a Pianzano di Godega di Sant'Urbano.

Il Comune ha recentemente cambiato la destinazione d’uso, da agricola a edificabile, dei fondi Zercol, Talpon e Talponet sui quali sorgono vitigni di origini medievali.

Nella zona, dunque, i tralci d'uva secolari, sopravvissuti alle invasioni barbariche, alle guerre tra Stati e a due conflitti mondiali, potrebbero presto essere soppiantati da condomini e villette.

In soccorso ai vitigni è intervenuta l'associazione "Italia Nostra", che ha chiesto alla Sovraintendenza di intervenire per riconfermare il sito di primaria importanza e scongiurare, così, la morte dell'impianto arboreo.

Oltre ai tralci di vite di verdisio, clinto e bianchetto, risalenti al Medioevo e presenti nel catasto napoleonico, nell'area sorgono anche un centinaio di esemplari tra gelsi, aceri e olmi e, poco distante, la chiesetta duecentesca di San Biagio, vincolata dalla Sovraintendenza come l'intero borgo di Baver.

"Il provvedimento approvato è vergognoso e darò il mio sostegno alle iniziative messe in campo dall’associazione ambientalista per bloccarlo - interviente l'eurodeputato IdV Andrea Zanoni - Siamo di fronte ad un atto che, se realizzato, sarà l’ennesima ferita che le amministrazioni provocano al territorio già gravemente danneggiato".

Zanoni, sottolineando come l’Europa abbia imposto all'Italia di cambiare rotta, ricorda anche che lo scorso agosto il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, aveva dichiarato la necessità di mettere un freno alla cementificazione del territorio, non solo per quanto riguarda i capannoni industriali ma anche per le lottizzazioni residenziali.

"È proprio arrivato il momento per trasformare quelle parole in fatti - conclude Zanoni - Mi rivolgo al Presidente Zaia affinché impedisca che venga portato a termine quest’attentato all’ambiente. Non si può permettere che il nostro patrimonio storico, agricolo e ambientale venga seppellito sotto metri cubi di cemento".

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