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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Chili di droga dalla Spagna al Veneto, coinvolta che la Marca

Perquisite all'alba dai carabinieri le abitazioni di due uomini colpiti da misura cautelare e finiti nell'inchiesta della procura di Venezia su un traffico internazionale di stupefacenti

Lo stupefacente veniva contrattato in Spagna, da Almería e Malaga era poi dirottato tramite autobus nel Padovano, a Selvazzano Dentro e Abano Terme, dove era conservato e recuperato dagli spacciatori della zona. Marijuana e hashish che hanno rifornito per almeno un anno le province di Venezia, Padova, Treviso e Vicenza. Una maxi operazione quella coordinata sul campo dal comandante del Reparto operativo Emanuele Spiller e dal comandante del Nucleo investigativo Emanuele Leuzzi, che nella mattinata di martedì ha portato all'arresto di 20 persone, di cui 3 in carcere, 9 ai domiciliari e 6 con obbligo di dimora, per traffico internazionale di sostanza stupefacente in concorso. L’indagine nasce a seguito di alcuni sequestri di marijuana effettuati anche nei pressi delle scuole dalla polizia locale di Mira e dai carabinieri della locale tenenza. Per quanto riguarda la Marca un 33enne residente a Riese Pio X e di origini romene, Andrei Victor Ilea, si trova ora ai domiciliari.

Le misure cautelari sono state eseguite in collaborazione con i comandi provinciali di Padova, Treviso e Vicenza, il IV Battaglione Veneto, nonché gli elicotteristi di Belluno e il nucleo cinofilo. Fondamentale l'apporto della polizia municipale di Mira, che ha permesso, di fatto, di avviare il complesso delle indagini, durate un anno, fino all'aprile 2018. In tutto sono state 41 le persone indagate, di cui 21 italiani, impegnati nello spaccio al minuto. Venti, invece, le persone colpite da misura cautelare: 10 italiani e 10 stranieri, di cui 6 moldavi, 2 ucraini e 2 albanesi. Nel corso degli arresti, eseguiti a partire dalle 5 di martedì mattina anche in Austria e Spagna, oltre che nelle province venete interessate, sono stati sequestrati circa 40 chilogrammi di stupefacente (hashish e marijuana), a fronte dei 200 che sarebbero stati trafficati negli ultimi 12 mesi nel territorio. Eseguito anche il sequestro preventivo per equivalente di immobili, per un valore complessivo di 1 milione di euro. «Così si va a colpire il patrimonio dei delinquenti - ha commentato il comandante provinciale Claudio Lunardo - È la misura più efficace».

I corrieri contrattavano lo stupefacente, acquistandolo a 5 euro al grammo ad Almería e Malaga, nel sud della Spagna, poi trasportavano i chili di marijuana e hashish con due modalità: su autobus, occultati nei bagagli, o nascosti all'interno di automobili di lusso provenienti dalla Germania, dotate di doppiofondo, dove veniva depositata la droga. I corrieri venivano pagati nell'ordine di 1500 euro a viaggio, indipendentemente dal carico trasportato. Diverse anche le modalità di approvigionamento nel territorio veneto. Tra i tanti, un 24enne di Selvazzano Dentro (Padova) ma residente nel Veneziano, non avendo la patente di guida, si riforniva di 5 o 6 chili di stupefacente alla volta, trasportandolo poi a mezzo taxi: in 6 mesi avrebbe avuto un utile stimato pari a 160mila euro, a fronte della cessione di 40 chili di marijuana e hashish.

Conferenza carabinieri-2

«I carabinieri di Venezia hanno stroncato una rete criminale tanto ramificata quanto pericolosa al termine di un’indagine difficile che fa loro onore. Altri seminatori di morte sono stati messi nelle condizioni di non nuocere. Per questo oggi è una bella giornata». Con queste parole, il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, esprime la propria gratitudine all’Arma di Venezia che, al termine di un’indagine durata circa un anno, hanno sgominato una banda internazionale che importava importanti quantitativi di droga, per poi farli spacciare nel veneziano, nel trevigiano, nel padovano e nel vicentino. «Oltre che sulla droga – aggiunge il Governatore – i Carabinieri sono riusciti a mettere le mani anche su beni per un milione di euro e il fatto che i malfattori non potranno godere dei proventi dei loro crimini è un valore aggiunto di tutta l’operazione. La droga – conclude Zaia – purtroppo finiva per essere smerciata anche tra i minorenni fuori dalle scuole. Il massimo dell’aberrazione, per il quale è difficile trovare una pena sufficientemente severa».

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