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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Castelcucco / Via Erega

Primo giorno di caccia, ciclista impallinato da un cacciatore

Tragedia sfiorata domenica mattina a Castelcucco, nel primo giorno di riapertura della stagione venatoria. Colpito in fronte un 48enne di Fietta, l'uomo che ha sparato è riuscito a far perdere le sue tracce

Domenica 18 settembre in tutta Italia è iniziata la nuova stagione di caccia, nella Marca non sono mancate le polemiche dal momento che, verso le 11 di ieri mattina, un ciclista di 48 anni, D.B. è stato impallinato da un cacciatore in Via Erega a Castelcucco. Come riportato da "La Tribuna di Treviso", l'uomo ha dovuto chiamare un'ambulanza sul posto perché il pallino di piombo gli si era conficcato in fronte. Della persona che ha sparato, invece, non sembra esserci traccia. Nessuno si è fatto avanti per soccorrere il 48enne, l'incidente è avvenuto in un tratto di aperta campagna. Portato in pronto soccorso, il cicloamatore residente a Fietta (Pieve del Grappa) è stato medicato. L'uomo non è in pericolo di vita.

Il commento

«Serve l’obbligo di pettorine identificative per i cacciatori, ma manca la volontà politica. Se accadono episodi gravissimi come questo è perché c'è la volontà politica che accadono. Non a caso, a fronte di una lunga scia di casi analoghi ho proposto, in occasione della discussione sul Piano faunistico-venatorio, un emendamento sottoscritto dalla minoranza che prevedeva l'obbligo per i cacciatori di indossare delle pettorine con un numero alfanumerico così da isolare le mele marce che violano la legge». A dirlo è il consigliere regionale del Pd Veneto, Andrea Zanoni, all’indomani dell’episodio di Castelcucco.

«Questo è un caso emblematico perché con un sistema identificativo si sarebbe evitata la fuga a gambe levate del responsabile. La situazione è fuori controllo per colpa di irresponsabilità che sono anche politiche e per vuoti di intervento che consentono la caccia indiscriminata su terreni di proprietà privata. Quello della pettorina è uno strumento già introdotto in molti altri Stati. Senza contare gli esami di controllo che andrebbero fatti con regolarità a chi detiene il porto d’armi: ci sono persone che nonostante l'età avanzata non si sottopongono a verifiche da decenni. Una cosa inaccettabile, soprattutto perché le campagne sono meta sempre più frequente di persone che vogliono stare tranquillamente a contatto con la natura, senza rischiare di morire impallinati».

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