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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Cison di Valmarino

Duplice omicidio di Rolle, diventa definitivo l'ergastolo a Sergio Papa

La Corte di cassazione, nei giorni scorsi, ha respinto il ricorso presentato dai difensori del killer che uccise, a colpi di roncola, Loris e Annamaria Nicolasi. I due anziani furono trucidati il 1 marzo del 2018 nella loro abitazione in una frazione del comune di Cison di Valmarino

Anche per la Corte di Cassazione Sergio Papa merita l'ergastolo. Diventa così definitiva la condanna al carcere a vita per il 38enne, responsabile dell'efferato duplice omicidio di Loris e Annamaria Nicolasi, avvenuto il 1 marzo del 2018, uccisi brutalmente a colpi di roncola a Rolle, frazione del comune di Cison di Valmarino.

Gli Ermellini, nei giorni scorsi, hanno quindi rigettato il ricorso presentato dai difensori dell'imputato, rendendo esecutiva la sentenza di condanna di primo grado emessa nel dicembre del 2019 dalla Corte di Assise di Treviso, confermata dalla sentenza del novembre 2020 della Corte di Assise e di Appello di Venezia.
Erano stati i giudici veneziani, nelle motivazioni della sentenza di secondo grado, a confermare il giudizio del Tribunale di Treviso, che sono " confermate da una pluralità di significati probatori, che spiegano tutti i fatti disponibili e che non risultano essere smentite da elementi di prova di segno opposto, neppure venendo il rilievo la plausibilità di ipotesi ricostruttive con esse in conflitto, che possano, certo, dirsi avvalorate da minimi elementi di prova".

Secondo le indagini, svolte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Treviso e coordinate dal pubblico ministero Davide Romanelli, ad incastrare Papa ci sarebbero state le sue confidenze autoaccusatorie al marocchino Charaf Eddine Bilali, che sarebbero di natura confessoria in quanto, davanti ad un telegiornale che parlava del ritrovamento della coppia di anziani, trucidata nel giardino della propria abitazione, avrebbe detto di essere stato lui a ucciderli, mettendosi a piangere.

E poi le intercettazioni delle conversazioni telefoniche e ambientali tra i genitori di Papa, il padre Fulvio e la madre Maria Teresa, e il loro tentativo di preconfezionare delle dichiarazioni false da riferire agli investigatori. Ma è il Dna la prova che inchioda definitivamente il 37enne. Cioè quelle tracce sotto l'unghia della mamo sinistra della Nicolasi, «a conferma - scrissero i giudici dell'Appello -  che la donna tentò disperatamente di difendersi dall'aggressione».  

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