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Cronaca Cison di Valmarino

Rissa al "Bakaro" di Tovena, i fratelli Stella a processo

Alberto e Francesco, titolari insieme al padre Raffaele di una nota azienda di termoidraulica a Farra di Soligo, erano stati originariamente indagati, con l'accusa di omicidio preterintenzionale, per la morte di Alessandro Sartor, 45enne di Cison di Valmarino, deceduto la notte fra il 30 e il 31 maggio del 2019 per un attacco cardiaco. Sul banco degli imputati ci saranno altre nove persone

L'11 maggio del 2021 la fine dell'incubo:  il procedimento a loro carico, in cui erano accusati di omicidio preteritenzionale nei confronti di Alessandro Sartor, 45enne di Cison di Valmarino, morto la note fra il 30 e il 31 maggio del 2019 all'esterno del "Bakaro", locale che si trova nella piazza Tovena, viene archiviato dal gip di Treviso, su richiesta del pubblico ministero Daniela Brunetti. Sartor, svelerà l'autopsia, è morto per un infarto legato alle sue pessime condizioni di salute e la bagarre avvenuta quella sera nel locale non c 'entrava nulla. I due fratelli, titolari insieme al padre Raffaele di una nota azienda di termoidraulica a Farra di Soligo, uscirono dal carcere dove avevano trascorso quattro giorni proprio in seguito ai risultati del post mortem Ora pero su Alberto e Francesco Stella, 33 e 28 anni, pende un processo in cui, insieme ad altre nove persone, sono accusati (a vario titolo) di rissa e lesioni personali aggravate. La prima udienza, in cui i due saranno difesi dall'avvocato Danilo Riponti, si svolgerà il prossimo 13 ottobre.

Quel giovedì sera, poche ore dopo il passaggio della carovana rosa del Giro d'Italia, secondo le indagini Alberto e Francesco, giunti sul posto con amici, si sarebbero messi a litigare con Luca D’Agostin, che insieme al fratello Pierpaolo gestisce l’osteria, per il prezzo di un giro di gin tonic ritenuto troppo alto. La discussione, complice qualche bicchiere di troppo già bevuto, si sarebbe accesa al punto che il barman avrebbe chiesto loro di uscire. Cosa che entrambi non avrebbero gradito e così sarebbero partiti i primi insulti e gli spintoni, continuati fuori dal locale, dove il resto della comitiva è andato a dar loro manforte. E in pochi istanti nella piazza si è scatenata la rissa che ha coinvolto anche un altro gruppo avventori, tra urla, calci e pugni.

In mezzo al parapiglia era finito Sartor, che al Bakaro stava dando una mano come barista. Sembra che l’uomo, descritto da tutti come una persona mite, avesse provato a sedare il litigio; poi, secondo le testimonianze di una donna (la cui posizione è ora al vaglio dei magistrati per il reato di calunnia) il 45enne sarebbe stato raggiunto da alcuni colpi, che lo hanno prima fatto barcollare e poi stramazzare a terra privo di coscienza. Nonostante i soccorsi tempestivi, per Sartor non c’è stato nulla da fare:  è morto durante il trasferimento all’ospedale di Conegliano. Intanto, sempre in piazza, gli amici del paese si scagliarono contro i presunti colpevoli, che si sarebbero allontanati su due auto.

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