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Cronaca

La commemorazione della strage del Vajont: tragedia annunciata

A 50 anni dal terribile disastro che ha colpito Longarone causando quasi duemila morti, vanno in visita anche le istituzioni, tra cui Piero Grasso

Una frana staccatasi dal monte Toc fece esondare il lago artificiale, per uso elettrico, formato dalla diga sul fiume Vajont provocando la distruzione di intere cittadine e la morte di 1910 persone. Il Presidente del Senato Piero Grasso è arrivato a Longarone per ricordare il disastro del Vajont, avvenuto alle 22.39 della sera di 50 anni fa. Grasso è andato al cimitero monumentale in località Fortogna dove ha deposto una corona di fiori. Ad accompagnare il presidente del Senato, tra gli altri, il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia e i sindaci della valle del Piave, che venne invasa dalle acque del Vajont, e dei paesi di Erto e Casso che sorgono a monte della diga, anch'essi colpiti dal disastro.

“Sono qui oggi in questa terra ferita, per inchinarmi di fronte alle vittime e ai sopravvissuti. Sono qui per portare le scuse dello Stato. Sono qui per riparare, per sanare, per quanto possibile, quella ferita che da 50 anni separa questo popolo dalle Istituzioni, convinto che solo con la verità e la giustizia questo processo potrà trovare pieno compimento – ha detto il presidente del Senato. - Voi avete il diritto di chiedere risposte, lo Stato ha il dovere di darvele, per rendere giustizia alle vittime, ai loro familiari, ai superstiti, e per riscattarsi dalle proprie mancanze di 50 anni fa. Questo disastro si sarebbe evitato se una maggiore considerazione della vita umana avesse prevalso su interessi economici e strategici. Non si possono sottacere le pesanti responsabilità umane che hanno determinato la catastrofe, - continua - né, da uomo dello Stato - ha aggiunto Grasso -, posso ignorare le manchevolezze delle Istituzioni dell'epoca, che non hanno permesso di intervenire e prevenire, come era doveroso''.

Il presidente del Senato ha quindi ricordato le parole di Tina Merlin che parlò di ''un genocidio'' e fece un richiamo alla giustizia e ai colpevoli di assumersi ''le responsabilità di quanto hanno fatto'. Ci sono voluti decenni di processi, le condanne, i risarcimenti ma la giustizia, in questa valle, ancora non ha trovato piena cittadinanza. Molti sono i punti ancora da chiarire, molte le responsabilità ancora non emerse, tante le domande che ancora oggi cercano risposta. E finché non arriveremo a una verità, finché non si sarà fatta piena luce su ogni aspetto di questa tragedia, non potremo trovare pace. Eppure l'avidità, l'incuria, l'irresponsabilità, la sordità alle proteste di chi da anni denunciava i pericoli, prima fra tutte una donna tenace e coraggiosa come Tina Merlin - ha proseguito -, che per le sue inchieste sulla diga venne addirittura denunciata per 'diffusione di notizie false e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico' ebbero la meglio", ha detto Grasso. Il Vajont è anche la storia di uno straordinario esempio di solidarietà e virtù civiche, da molti considerato alla base della nascita del sistema della protezione civile.

"Il nostro pensiero va - ha sottolineato ancora in un passaggio del suo intervento - ai tanti, troppi morti di questa strage, ma anche a tutti coloro che sono sopravvissuti e che, privati di tutti i loro beni, si sono impegnati nella ricostruzione di un paese spazzato via in pochi istanti". Sono venuto qui per inchinarmi di fronte alle vittime e ai superstiti per chiedere scusa da parte dello Stato con umiltà e commozione. Questa tragedia è stata liquidata nei giorni successivi come una tragica fatalità, ed è una dichiarazione vergognosa". Ha concluso.

Insieme a lui anche Luca Zaia: "Questa è la storia di una tragedia annunciata". Basterebbe ricordare le parole di Tina Merlin che diceva che questa non è una valle da riempire come un catino. Senza scomodare premi Nobel o grandi intellettuali, i vecchi del posto sapevano che la montagna sarebbe venuta giù. In quell'occasione si è sbagliato per interessi politici ed economici a realizzare quella che è stata l'origine della tragedia".

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