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Cronaca San Biagio di Callalta

La notte al Super Sonic di J-Ax: concerto da raccontare ai nipoti

San Biagio ha fatto da Philadeplhia e 2000 persone arrivate fino a lì hanno festeggiato con il loro Rocky in un concerto strabiliante

Per lo più ai concerti il cantante di turno esce quando il pubblico si è stancato anche di gridare Fuori, fuori!, J-Ax invece sbuca saltellando con poco più di dieci minuti di ritardo interrompendo il coro J-Ax è uno di noi che andava avanti dal post dj-set. Il live viene aperto da Ribelle e basta a cui seguono no stop Rap’n’roll, Vecchia scuola, Old skull, S.N.O.B e Hai rotto il catso. Piccola pausa, saluto al Super Sonic e breve discorso sul traffico (“che a parte qualche politico dotato di auto blu ci rende tutti uguali”): così in una grande euforia generale seguono subito Tangenziale, Spirale ovale, + stile e Sono di moda.

Viene il momento del cambio abiti “perché se non metto la maglia della salute mamma dice che mi vengono i reumatismi”: J-Ax scherza sulla sua vecchiaia, si prende in giro e prende in giro quelli che gli davano del vecchio, se non proprio del finito. Parla al pubblico, si dice grato, e in qualche modo chi ascolta percepisce che non si tratta di parole di circostanza. Ma è con una base sotto che Alessandro chiarisce a tutti che l’età (spesso) è solo un numero e meglio che mai lo fa con Domani smetto: ripesca gli Articolo 31 dal cappello e fa saltellare il locale per i quattro minuti della canzone. J-Ax pianifica perfettamente il suo show, alterna tutti i generi del suo album, inizia un pezzo e la platea sembra già aspettare di stupirsi per il successivo, perché il nuovo album ha dentro di tutto e di tutti (Neffa, Fedez, Nina Zilli, Club Dogo, Cile ecc.) e nessuno ieri sera è rimasto scontento. Ironizza e chiede scusa prima di iniziare Maria Salvador (“non vogliatemene ma questa volta ho deciso di darmi a un tema nuovo, che di solito non tratto”) e si prepara alla chiusura con i brani che hanno reso Il bello d’esser brutti quello che è: Miss&Mr.Hide, Il Bello d’esser brutti e L’uomo col cappello. Altra pausa, altro veloce cambio d’abito, e ritorno sul palco al grido diffuso di “Intro, Intro!”. L’artista ne suona altre due, Uno di quei giorni e Altra Vita, ma il momento di quella che forse è la canzone più significativa dell’album è arrivato, così le note del piano zittiscono il rumorio dell’attesa: J-ax canta l’Intro.

Il momento regala forti emozioni, tutto il concerto lo fa, ma quando guardando intorno vedi persone che cantano a squarciagola abbracciandosi o che piangono con il sorriso cogli bene l’essenza di ciò che è stato questo live. Dell’Intro concede il bis, più di qualcuno l’aveva chiesto anche per Gente che spera, suonata poco dopo la metà del concerto, ma probabilmente è andata bene così: tre minuti di una magia superiore, che a ripeterla non è mai la stessa cosa.

Tutte le informazioni riguardo i live di J-Ax sono accessibili su www.azalea.it o su ticketone.

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