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Cronaca Conegliano

Rapine ai danni di anziani e di un sacerdote, 50enne esce di prigione e va ai domicilari

L'uomo, residente a Santa Lucia di Piave, sarebbe il responsabile di nuna di furti violenti ai danni anche del parroco di Mareno di Piave e che sarebbero avvenuti tra il 27 e il 28 novembre nel coneglianese. Nel corso dell'interrogatorio di garanzia, tenutosi oggi 5 gennaio, ha ammesso le sue responsabilità. «Sono rimpiombato nell'incubo della cocaina» ha detto a parziale giustificazione dei fatti

Arresti domiciliari, con un permesso speciale per andare al lavoro, oltre all'obbligo di presentazione al Serd. Questa la decione del gip Carlo Colombo al termine dell'interrogatorio di garanzia di R.M., pluripregiudicato 50enne residente a S. Lucia di Piave, arrestato martedì dai carabinieri della Compagnia di Conegliano, coordinati dal comandante della Compagnia, Fabio Di Rezze, e i militari della stazione di Susegana, guidati dal comandante Rudi Plazzotta, per una serie di furti violenti ai danni di anziani e del parroco di Mareno di Piave, avvenuti tra il 27 e il 28 novembre nel coneglianese. L'uomo deve rispondere dei reati di apina aggravata, furto aggravato in abitazione e tentata rapina aggravata.

«Sono rimpiombato nell'incubo della cocaina - ha detto rispondendo oggi, 5 gennaio, alle domande del gip, assistito dal legale, l'avvocato Alessandra Nava - aveva bisogno di soldi. Sì, sono stato io, mi dispiace molto». Gli episodi investigati dai militari dell’Arma e contestati all’indagato hanno visto come vittime una 81enne che è stata sorpresa dal malvivente in casa, un anziano sacerdote, don Adriano Zanette, parroco della parrocchia di Ramera di Mareno di Piave, violentemente aggredito (sei i giorni di prognosi) presso la canonica (il bandito ha tentato perfino di scappare con la sua auto) ed un 80enne che è stato strattonato in strada mentre stava facendo una passeggiata. Fondamentale per la cattura è stata la collaborazione dei cittadini, alcuni dei quali hanno affrontato direttamente il malvivente.

Il primo episodio era avvenuto il 27 novembre alle 18.45 circa quando l'uomo ha suonato al campanello di un'abitazione del centro di Conegliano, dicendo all'anziana residente di essere un operaio che doveva svolgere alcuni lavori. Dopo essere stato scacciato dalla donna, il malvivente ha scavacato il cancello, è entrato in casa e ha strappato dalle mani dell'81enne il telefono cellulare con cui voleva chiedere aiuto al 112. Alle 19.30 il blizt a Mareno di Piave con il 50enne che è entrato nella canonica dopo aver chiesto l'elemosina al parroco. Il sacerdote, classe '45, è stato spintonato contro il muro, per ottenere altro denaro. Non pago, il bandito ha tentato di caricare la propria bici sull'auto del religioso, per poi allontanarsi, Un passante, sentendo le urla del prelato, è intervenuto costringendo il 50enne a desistere, dopo aver minacciato con delle forbici quest'ultimo. Il giorno seguente, alle 15, a Santa Lucia di Piave il malvivente se l'è presa con un 80enne, aggredito mentre usciva di casa: prima la richiesta di elemosina, poi il tentativo di rubargli il portafogli, dopo averlo seguito. Anche in questo frangente l'intervento di un altro cittadino ha sventato il colpo.

E' Riccardo Szumski, ex sindaco di Santa Lucia di Piave, soprattutto medico di base salito alla ribalta delle cronache per le sue posizioni "eretiche" sul Covid 19 e la contrarietà al vaccino, l'uomo intervenuto il 28 novembre e che ha sventato il terzo tentativo di rapina messo in atto da Renato Meneguz. «Tutto - spiega Szmuski - è avvenuto di fronte al mio studio medico. Ad un certo punto ho sentito urlare, mi sono affacciato alla finestra e, a una distanza di circa quindici metri, quindi dall'altra parte del marciapiede, ho visto la scena. C'era un uomo che aveva una bicicletta verde che stava strattonando una persona anziana. Mi sono avvicinato di corsa e gli ho intimato di lasciare andare la sua vittima. Non sono riuscito a riconoscerlo perché aveva una felpa con il cappuccio che di fatto gli copriva la faccia e comunque ne travisava l'aspetto fisico».

Szmuski dice di non conoscere Meneguz. «Non sapevo neanche come si chiama - afferma - invece conosco molto bene l'anziano che ha subito la tentata rapina. Non è un mio assistito ma è abbastanza noto in paese per essere una persona che, probabilmente a causa dell'età avanzata, ha dei gravi problemi di tipo relazionale. Vive solo ed è anche seguito da tempo dai servizi sociali del Comune».

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