Guida in stato di ebbrezza, Andrea Dan finisce a processo
Si tratta del notissimo presidente dell'associazione "Manuela", che si batte in favore della sicurezza sulle strade. Nell'ottobre del 2018 l'uomo venne denunciato per aver violato i limiti alcolemici. Fu in realtà trovato seduto sul lato del passeggero della sua Bmw finita fuori strada, in stato di incoscienza. Alla guida ci sarebbe stato un giovane marocchino, che secondo l'imputato avrebbe però abbandonato la scena dell'incidente
Lo hanno trovato incosciente, seduto sul lato del passeggero, la macchina semidistrutta dopo essere uscita di strada ed aver impattato contro una recinzione. E, nonostante pare che non fosse alla guida, non solo gli è stata ritirata la patente ma è finito a processo, imputato di guida in stato di ebbrezza. Protagonista del fatto, avvenuto il 23 ottobre del 2018, non è uno qualunque. Si tratta infatti di Andrea Dan, il presidente di "Manuela per la Sicurezza stradale", l'associazione intitolata alla memoria della figlia, morta a sei anni il 6 febbraio del 1998 a Codognè in un incidente, che si batte in favore della sicurezza stradale .
Oggi è iniziato, con l'udienza filtro, il procedimento a suo carico. Vigili del Fuoco e sanitari del Suem lo trovarono all'interno della sua Bmw X3, finita fuori strada a S. Vendemmiano. Dan era incosciente e seduto sul sedile che ospita il passeggero, mentre al volante dell'auto non c'era nessuno. Secondo l'uomo, però, alla guida del veicolo ci sarebbe stato un giovane magrebino che, alcune ore dopo, si è presentato in pronto soccorso con le ferite provocate dall’incidente e che sarebbe stato denunciato da Dan per violenza privata, sequestro di persona e omissione di soccorso.
Il pubblico ministero Davide Romanelli ritiene però che Dan sarebbe stato il guidatore e solo in un secondo momento si sarebbe seduto sul sedile accanto. A provarlo le tracce del suo sangue rinvenute sul volante, quando invece il ragazzo (che sentito dagli inquirenti confermò che Dan era alla guida) non avrebbe subito delle lesioni da ferita.
«Quel giovane, che conoscevo, si trovava a casa mia con altre persone, poi siamo usciti insieme in auto» disse Dan. «Di quel giorno - rincarò poi la dose - io ricordo di essere stato a casa mia, sul mio divano, e di essermi svegliato mentre mi facevano la tac in ospedale. Non ho guidato io la mia auto, non ci sono nemmeno salito di mia volontà». L'uomo aveva ricevuto un decreto penale di condanna a poco più di 3 mila euro contro il quale si è opposto e gli fu confermata la sospensione della patente per un anno.