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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Manca il paravento e l'audio si sente poco, rinviato incidente probatorio

Il gip Angelo Mascolo ha rinviato al 28 novembre l'esame delle due ragazzine di 13 anni avrebbero dovuto riferire dei rapporti sessuali cui sarebbero state costrette da un cittadino cingalese di 45 anni nell'hinterland coneglianese

Non c'era il paravento che il giudice aveva chiesto per garantire la non riconoscibilità della due presunte vittime e l'impianto audio non era adeguato alla situazione. Così il gip Angelo Mascolo, evidentemente spazientito, ha rinviato tutto al 28 novembre. Si è concluso quindin con un nulla di fatto l'incidente probatorio in cui due ragazzine di 13 anni avrebbero dovuto riferire dei rapporti sessuali cui sarebbero state costrette da un cittadino cingalese di 45 anni.

I fatti, accaduti nel novembre dello scorso anno, avrebbero visto le due chiedere ospitalità all'uomo, che quella sera era in compagnia del figlio 15enne, e che sarebbero state  costrette ad avere contatti intimi. Il gip Mascolo, nel giugno scorso, aveva deciso che l'uomo, sottoposto per quattro mesi alla carcerazione preventiva (il Tribunale del Riesame aveva detto "no" alla sua scarcerazione ma era stato escluso il reato di sequestro di persona), potesse uscire di galera, misura sostituita dagli arresti domiciliari.

Il cingalese, secondo le accuse della Procura, avrebbe  ospitato per tutta la notte due minorenni, con le quali peraltro (sicuramente con una) aveva già dei rapporti,  senza aver avvisato le famiglie. L'uomo avrebbe dato ospitalità alle giovanissime, originarie dell'Est Europa, ma poi sarebbe scattato il sesso, accompagnato dalla visione di materiale pornografico. La mattina l'operaio avrebbe fatto uscire le due, tenute, dicono, segregate dentro ad un garage. Il 45enne respinge ovviamente al mittente le accuse: «Fra noi non è successo niente» ha detto in  sua difesa.

Secondo la sua versione avrebbe messo a disposizione i locali di un sottoscale attrezzato come camera da letto per accogliere i suoi parenti, che spesso vanno in vista da lui. Per gli inquirenti invece quella nottata le giovani l’hanno trascorsa con una persona a loro conosciuta e a cui loro stesse avevano fatto volontariamente visita, almeno in base a quanto accertato. Il 45enne avrebbe “liberato” le ragazzine solo dopo averle indotte ad alcune pratiche sessuali, che avrebbero consumato nel corso della nottata mentre avrebbero guardato insieme alcuni film hard. Ad incastrare l’operaio sono stati i risultati di alcuni esami scientifici su alcuni oggetti sequestrati all’interno del garage, tra cui un materasso, il pc e alcuni fazzoletti. Il test del Dna confermerebbero che almeno una delle due giovanissime era certamente nel garage.

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