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Cronaca Conegliano

Deruba e aggredisce il parroco, poi tenta di scappare con la sua auto

Quello ai danni di don Adriano Zanette, sacerdote della frazione di Ramera di Mareno di Piave, è uno dei tre colpi messi a segno tra il 27 ed il 28 novembre da un 50enne pluripregiudicato che è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Conegliano e della stazione di Susegana

Prima chiedeva l'elemosina o fingeva di essere un operaio, poi aggrediva con violenza gli anziani a cui si rivolgeva: sono state ben tre, nell'arco di due giorni, tra il 27 ed il 28 novembre dello scorso anno, le rapine e i furti messi a segno con questa particolare tecnica da un bandito solitario. I carabinieri della Compagnia di Conegliano, coordinati dal comandante della Compagnia, Fabio Di Rezze, e i militari della stazione di Susegana, guidati dal comandante Rudi Plazzotta, hanno eseguito, nelle ore scorse, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti dell'autore dei colpi, un pluripregiudicato 50enne, residente nella zona, accusato di rapina aggravata, furto aggravato in abitazione e tentata rapina aggravata.

Gli episodi investigati dai militari dell’Arma e contestati all’indagato hanno visto come vittime una 81enne che è stata sorpresa dal malvivente in casa, un anziano sacerdote, don Adriano Zanette, parroco della parrocchia di Ramera di Mareno di Piave, violentemente aggredito (sei i giorni di prognosi) presso la canonica (il bandito ha tentato perfino di scappare con la sua auto) ed un 80enne che è stato strattonato in strada mentre stava facendo una passeggiata. Fondamentale per la cattura, disposta dal gip del tribunale di Treviso, Carlo Isidoro Colombo, su richiesta del pubblico ministero Anna Andreatta, è stata la collaborazione dei cittadini, alcuni dei quali hanno affrontato direttamente il malvivente che ora si trova in carcere a Santa Bona.

Gli agguati

Il primo episodio è avvenuto il 27 novembre alle 18.45 circa quando l'uomo ha suonato al campanello di un'abitazione del centro di Conegliano, dicendo all'anziana residente di essere un operaio che doveva svolgere alcuni lavori. Dopo essere stato scacciato dalla donna, il malvivente ha scavacato il cancello, è entrato in casa e ha strappato dalle mani dell'81enne il telefono cellulare con cui voleva chiedere aiuto al 112. Alle 19.30 il blizt a Mareno di Piave con il 50enne che è entrato nella canonica dopo aver chiesto l'elemosina al parroco. Il sacerdote, classe '45, è stato spintonato contro il muro, per ottenere altro denaro. Non pago, il bandito ha tentato di caricare la propria bici sull'auto del religioso, per poi allontanarsi, Un passante, sentendo le urla del prelato, è intervenuto costringendo il 50enne a desistere, dopo aver minacciato con delle forbici quest'ultimo. Il giorno seguente, alle 15, a Santa Lucia di Piave il malvivente se l'è presa con un 80enne, aggredito mentre usciva di casa: prima la richiesta di elemosina, poi il tentativo di rubargli il portafogli, dopo averlo seguito. Anche in questo frangente l'intervento di un altro cittadino ha sventato il colpo.

Il perdono del parroco

Don Adriano, il parroco rimasto vittima della rapina da parte del 50enne, ha già assolto il 50enne per l'aggressione in canonica. «E' un povero disgraziato» ha detto il sacerdote «è venuto dentro da me chiamandomi "padre, padre", con un tono supplichevole, proprio da povera persona. Ho fatto una scoperta che forse è la motivazione del suo comportamento, la confezione di una siringa. Forse è stato spinto da questo ma questa è chiaramente un'ipotesi e i carabinieri sanno meglio di me la verità». La rapina al parroco di Ramera di Mareno di Piave aveva fruttato al malvivente circa 20 euro; poi è seguto il maldestro tentativo di fuga con la sua auto. «Mentre stava caricando la sua bici in auto» continua il prete «il padrone della casa qui vicino, che è cognato del sindaco, lo ha chiamato dicendogli "Cosa fa con la macchina di don Adriano?". Lui ha detto "Sto portandogliela. No no gliela porto io e tu puoi andartene" ha replicato e l'uomo è scappato via. Io l'ho perdonato, è una povera persona, lo compatisco, non posso fare altrimenti».

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