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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Conegliano

Evasioni fiscali milionari, assolto il commercialista Nicola Corso

Condannato a un anno con la sospensione della pena, ma solo per uno dei tre capi di imputazione a suo carico, il legale rappresentante della C&C, l'imprenditore palermitano Fabio Castrogiovanni

Nicola Corso non c'entra nulla con le frodi nei confronti del fisco messe in atto dalla C&C di Conegliano. Questo è l'esito del processo a carico del noto commercialista coneglianese che stamattina, martedì, è stato assolto dall'accusa di essere stato l'ispiratore del trafugamento della contabilità della ditta sua cliente, che nel 2016 al momento degli accertamenti della Guardia di Finanza su un presunto giro di evasioni fiscali milionarie era già stata ceduta ad uno straniero. Condannato a un anno con la sospensione della pena, ma solo per uno dei tre capi di imputazione a suo carico, il legale rappresentante della C&C, l'imprenditore palermitano Fabio Castrogiovanni.

Secondo l'accertamento condotto dalle Fiamme Gialle la C&C avrebbe omesso di dichiarare attivi per l'anno fiscale 2011 pari a oltre 5 milioni e mezzo di euro, mettendo in atto una evasione Ires di 1 milione e mezzo e una evasione Iva da 1 milione e e 100 mila euro. Nell'anno successivo sempre la C&C non avrebbe proprio effettuato la dichiarazione dei redditi, "nascondendo" al fisco un Ires di oltre 1 milione e un'Iva di circa 800 mila euro. La figura di Nicola Corso e il suo coinvolgimento nelle vicende della C&C sarebbe emersi nel 2016, quando cioè la Guardia di Finanza, nel tentativo di accertare l'intero ammontare della frode fiscale, va alla caccia della contabilità dell'azienda. Che risulta sparita. La C&C nel frattempo è stata venduta ad uno straniero di nazionalità extracomunitaria che secondo le ipotesi investigative si sarebbe occupato di trafugare tutti i documenti e trasferirli all'estero in maniera tale da mettere i bastoni tra le ruote alle indagini.

Per la Guardia di Finanza l'ispiratore di quella manovra sarebbe stato proprio Corso. Ma il commercialista, che a processo era difeso dall'avvocato Carlo Broli, è invece riuscito a dimostrare che quell'impianto accusatorio non era fondato e che non vi è nessuna prova del suo coinvolgimento nelle vicende della C&C.

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