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Cronaca Conegliano

Sara e Jessica, niente patteggiamento per Dimitre Traykov

L'imprenditore bulgaro accusato di aver causato la morte di Sara Rizzotto e Jessica Fragasso ha ritirato anche l'offerta di risarcimento spontaneo di 70mila euro in favore delle piccole orfane. Si procederà con il rito abbreviato

Dimitre Traykov, l'imprenditore bulgaro di 61 anni, agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico dopo aver tamponato e ucciso in A28 le due cugine trevigiane Sara Rizzotto, 26enne di Conegliano, e Jessica Fragasso, 20enne di Mareno di Piave, si è visto rifiutare anche la seconda richiesta di pattegiamento, questa volta a 5 anni di reclusione.

E' quanto è successo nella prima udienza del processo (che verrà svolto secondo il rito abbraviato, che permetterà all'imputato di godere di uno sconto pari ad un terzo della pena) svoltasi oggi, 24 maggio, in Tribunale a Pordenone. L'imprenditore aveva condizionato l'offerta di risarcimento spontaneo (70 mila euro, 35 mila per ogni figlia di Sara Rizzotto) all'accettazione della instanza da parte della Procura. Ma il procuratore capo friulano Raffaele Tito aveva invertito i fattori: versamento dell'assegno e poi avrebbe potuto prendere il considerazione la richiesta formulata dai legali di Traykov, gli avvocati Gianni Massanzana e Loris Padalino. Il bulgaro non ha però accettato, quindi si va avanti con l'abbreviato, le cui due prossime udienze (una per sentire un operaio, anche lui bulgaro, che dice di aver passato la giornata dell'incidente con Traykov, che non avrebbe bevuto, la seconda per la pronuncia della sentenza) sono state calendarizzate per il 21 e il 28 giugno prossimi.  Le parti civili, ovvero le famiglie di Sara e Jessica (rappresentate dagli avvocati Enrico D'Orazio, Giuseppe Gulli e Alessandra Nava) hanno presentato richieste di risarcimento per oltre 3 milioni di euro.

L'incidente era avvenuto il 30 gennaio scorso tra Villotta e Azzano Decimo. Traykov, che avrebbe tamponato la Fiat Panda a bordo della quale si trovavano le due giovani in compagnia delle figlie di Sara, rimaste ferite, è accusato di omicidio stradale plurimo, aggravato dalla guida in stato di ebbrezza (era stato trovato positivo all'acol con 1,23 grammi per litro) e dalla fuga dopo l’incidente. Sarebbe stato infatti visto scavalcare il guardrail da una dipendente di Autovie Venete e darsi alla fuga in mezzo ai campi, per poi essere arrestato, presso la sua abitazione a Pordenone, dalla Polstrada. 

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