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Cronaca Conegliano

Schianto in A28, Traykov potrebbe godere di uno sconto di sei mesi grazie alla "Cartabia"

Per la riforma della Giustizia voluto dall'ex Guardasigilli il reato di lesioni colpose nei confronti delle figlie di Sara Rizzotto, per il quale il 61enne bulgaro è anche stato condannato, deve essere accompagnato da una denuncia querela, che al momento però non c'è. Il padre delle due piccole, di cui una aveva riportato nell'incidente la frattura del femore, ha tempo fino al 30 marzo per presentarla. Giuseppe Gulli, legale dell'uomo, si è detto convinto che alla fine verrà inoltrata

L'udienza a Trieste del processo d'Appello a Dimitre Traykov, ritenuto responsabile del tragico duplice omicidio stradale di Sara Rizzotto, 26enne di Conegliano, e della cugina Jessica Fragasso, 20enne di Mareno di Piave, avvenuto il 30 gennaio del 2022 lungo la A28, nel tratto compreso tra Villotta di Chions e Azzano Decimo, è stata rinviata oggi, 6 febbraio, al 26 aprile. E per effetto della Riforma Cartabia l'imprenditore 61enne, di nazionalità bulgara, potrebbe anche godere di uno sconto di pena pari a circa 6 mesi: il reato di lesioni stradali ai danni delle due figlie di Sara (la più piccola riportò la frattura del femore) infatti deve ora, dopo l'entrata in vigore della legge, essere accompagnato dalla denuncia querela, che spetta al padre e che non è ancora stata presentata.

Devis Da Ros, ex compagno di Sara Rizzotto, aveva deciso di accettare i 70 mila euro che il 61enne gli aveva offerto (extragiudizialmente) come forma di risarcimento "autonoma" da elargire alle figlie (35 mila euro ciascuna) ed era uscito dal processo, ritirando la costituzione come patte civile. Traykov, condannato in primo grado a sette anni di reclusione (in abbreviato) anche per quel capo di imputazione delle lesioni colpose, potrebbe adesso contare sulla assenza della querela che cancellerebbe il reato e gli frutterebbe una riduzione della reclusione inflitta dal Tribunale di Pordenone. «Lo chiamerò» dice Alain Fragasso, il padre di Jessica «e proverò a convincerlo a presentare la querela. In fondo nel sinistro è morta la madre delle sue due figlie, è una questione di giustizia che Traykov faccia in galera tutta la pena senza godere di sconti». 

«Non ho ancora parlato con il mio cliente - dice invece Giuseppe Gulli, avvocato di Da Ros - ma sono convinto che nei prossimi giorni (c'è tempo fino al 30 marzo, n.d.r.) il mio assistito presenterà la querela, pur non costituendosi come parte civile».

La tragedia era avvenuta lungo l'autostrada A28. Dimitre Traykov, che si trovava in autostrada per provare un furgone, avrebbe tamponato la Fiat Panda a bordo della quale si trovavano Sara e Jessica. Secondo i rilievi cinematici il mezzo con alla guida l'imprenditore bulgaro (che aveva già peraltro tre condanne per guida in stato di ebbrezza e che risulta indagato anche per evasione fiscale ed esterovestizione) sarebbe piombato a 180 chilometri all'ora sulle vettura delle due giovani. A risultare decisiva sarebbe stata una chiamata ricevuta dalla moglie, che avrebbe distratto Traykov. Tre minuti dopo l'incidente l'imprenditore bulgaro, condannato anche per omissione di soccorso, avrebbe richiamato per tre volte la moglie chiedendole di contattare un suo amico serbo a cui ha inviato la posizione per farsi venire a prendere.

Una condotta "riprovevole" secondo il gup Biasutti. L'uomo ha agito con lucidità e freddezza: fuggendo di proposito, senza fermarsi a soccorrere le cugine e le bambine rimaste incastrate dentro la Fiat Panda. E nascondendosi grazie all'aiuto dell'amico serbo, Traykov ha fatto passare tre ore che potevano essere fondamentali per sottoporlo all'alcoltest. L'uomo risultaterà positivo all'esame tossicologico quando verrà arrestato in casa sua ma l'aggravante della guida in stato di ebbrezza per cui era stato inizialmente indagato è caduta.

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