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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Conegliano

Riduce la moglie in "schiavitù", processo a un 54enne

L'uomo, un 54enne originario della provincia di Agrigento, è accusato di maltrattamenti, violenza privata, lesioni e anche di violenza sessuale. La donna avrebbe denunciato dopo essere stata in cura da una psicologa

Totalmente asservita all'ex marito, praticamente ridotta in uno stato di schiavitù psicologica al punto da accettare le condizioni che lui aveva posto per la separazione, aveva deciso di vedere una psicologa: poi, completate cinque sedute con la terapeuta si è fatta coraggio andandolo a denunciare. E' questa la storia raccontata nel corso del processo a un "colletto bianco" del coneglianese, finito davanti ai giudici del colleggio (formato da Francesco Sartorio, Leonardo Bianco e Cristian Vettoruzzo) per rispondere delle accuse di maltrattamenti, violenza privata, lesioni e anche violenza sessuale.

L'uomo, un 54enne originario della provincia di Agrigento, a partire dal 2014 e fino al 2017 (anno in cui è arrivata la separazione) l'avrebbe offesa, umiliata nel suo ruolo di moglie e di madre, colpita con calci e pugni alla testa e al corpo, gettandole addosso anche una tazza piena di thé bollente. Poi, quando la coppia si sarebbe decisa a lasciarsi, le avrebbe intimato di accettare le sue condizioni, in particolare relativamente all'importo dell'assegno di mantenimento e al regime di affidamento dei figli minori, con svariate telefonate e messaggi in cui l'avrebbe minacciata di morte.

Nell'udienza di oggi, giovedì 28 aprile, ha deposto la psicologa, che ha confermato come la donna (costituitasi parte civile con l'avvocato Remo Lot) abbia raccontato di avere anche subito attenzioni sessuali non gradite, palpeggiamenti e toccamenti anche molto rudi degli organi genitali, avvenuti persino nel periodo in cui i due erano separati.

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