Clonano auto storica da un milione, in tre finiscono alla sbarra
Sul banco degli accusati un trio coneglianese, accusato di aver riprodotto una replica dell'auto storica, con tanto di numero di telaio e targa, e di averla messa in vendita
Una macchina in vendita su un sito inglese che però risulta come la clonazione di una Alfa Romeo 1900 Super Sprint Zagato, del valore di oltre 1 milione di euro. E tre persone, un 85enne e due 50enni, che finiscono nei guai per truffa. Questa la storia che sta dietro al processo in corso a Treviso, giunto oramai alle battute finali. Sul banco degli accusati un trio coneglianese, accusato di aver riprodotto una replica dell'auto storica, con tanto di numero di telaio e targa che, il proprietario della macchina clonata, una volta fatta la pratica per la ri-immatricolazione, averebbe acquistato.
Ma la vicenda di questo imbroglio è più complicata ed inizia quando il presunto "cervello" di tutta la macchinazione compra la scocca e lo scheletro di un auto e decide di metterla a posto. E', questa la versione del suo legale, l'avvocato Stefano Arrigo, un appassionato ma non un esperto di macchina d'epoca nè pretende di esserlo. Rimette in sesto l'auto e la pone su strada, in attesa di un compratore. Al PRA di Treviso ottiene la targa con un numero di immatricolazione che però è lo stesso di una macchina esistente che non è la copia ma l'originale. Il fatto è che il proprietario della vettura, un italiano originario di Pescara ma residente all'estero, scopre che la "copia" dell'auto, stesso numero di telaio, è in vendita su un sito collegato ad un a rete di collezionisti, anche se senza prezzo. E che la macchina risulta avere un identificativo identico al suo. Qualche anno prima infatti fa denuncia della scomparsa del libretto dell'auto e qualcuno avrebbe utilizzato i dati per mettere sul clone la stessa numero di telaio. Scatta così la querela.
Oltre al proprietario della macchina incriminata, prima sequestrata e poi restituita, a processo ci sono la persona che ha materialmente la custodia l'autovettura e quello da cui il possessore dell'auto "clonata" ha acquistato la targa. Si ritorna in aula a giugno per la sentenza.