VEDELAGO Chissà cosa avranno pensato il Governatore del Veneto Luca Zaia, il critico d'arte Vittorio Sgarbi e il sindaco di Vedelago Cristina Andretta quando nelle scorse ore si sono visti recapitare nei loro uffici una serie di tazze da bagno, spedite ai loro indirizzi dal conte Leonardo Marco Emo Capodilista.

Probabilmente si saranno fatti una risata un po' sorpresa, ma la verità è che non c'è molto da scherzare sull'ingarbugliata vicenda che in queste ore sta attanagliando Villa Emo, la splendida residenza trevigiana acquistata nel 2004 dal Credito Trevigiano che ad oggi ne deteniene ancora la proprietà. Come riportato da "Il Gazzettino di Treviso" infatti, sarebbe stata proprio un'insistente richiesta della banca a scatenare la reazione del nobile. Sembra infatti che, al momento della vendita della villa, la famiglia Emo abbia lasciato in deposito alcuni beni, tra cui il suo archivio privato. Una collezione prestigiosa che ora dovrebbe essere ritirata dai legittimi propietari visto che il Credito Trevigiano ha intenzione di razionalizzare al massimo gli spazi della villa, evitando di dover versare eventuali risarcimenti alla Fondazione che attualmente gestisce la struttura. Per farlo, tutti gli oggetti di proprietà della famiglia Emo devono essere rimossi dallo stabile. Peccato che per il conte questo rappresenti un atto di cultura retrograda e ignorante. L'archivio per il momento resta quindi al suo posto. I water sono un chiaro messaggio di avvertimento, ma il nobile non chiude del tutto il dialogo sulla questione: se i vertici dirigenziali della banca decideranno di incontrarlo lui sarà ben disposto a parlare per provare a trovare una soluzione che possa sistemare la vicenda. Non resta altro da fare che aspettare di vedere quale sarà l'evolversi della situazione nei prossimi giorni.