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Cronaca Cordignano

Bimbo prima tolto e poi restituito alla nonna, il direttore della Ulss: «Si può sbagliare in buona fede e nell'interesse esclusivo del minore»

Francesco Benazzi "difende" l'operato dei servizi sociali dell'Azienda sanitaria, dalla cui relazione era partita l'ordinanza del Tribunale di Minori di Venezia che aveva deciso il collocamento del piccolo di 5 anni presso una casa famiglia fuori Regione

«Si può sbagliare in buona fede e nell'interesse esclusivo del minore, anche quando le situazioni sono molto dolorose per la famiglia». Francesco Benazzi, direttore generale dell'Azienda sanitaria di Treviso, commenta così la notizia relativa al bambino di Cordignano che a giugno era stato tolto alla nonna, affidataria di fatto, per essere collocato presso una casa famiglia fuori Regione.

Il piccolo, di soli 5 anni, era stato prelevato nel giugno scorso per effetto di una ordinanza del Tribunale dei Minori di Venezia, che aveva deciso sulla base di una relazione dei servizi sociali della Usl 2. Prima di Natale era arrivata però la decisione del tribunale minorile, che aveva rivoltato radicalmente le carte degli assistenti sociali, "restituendo" il bimbo alla nonna, affidandolo ai servizi sociali del Comune di Cordignano e facendolo seguire da una diversa equipe dell'azienda sanitaria.

«In questi casi - spiega Benazzi - le valutazioni dei nostri operatori vanno sempre nella direzione di proteggere i minori. Gli assistenti sociali non ce l'hanno con qualcuno, non sono mossi da acredine, non c'è nulla di personale: le considerazioni hanno un elememento di soggettività che può indurre all'errore, a volte cercando di fare del bene capita che venga perso il contorno. Ma a valle ci sono sempre i giudici che possono mettere ordine nella materia, che è sempre un campo minato».

Sul caso si era espresso anche il neo sindaco di Cordignano, Roberto Campagna. «A leggere le carte - aveva detto - quello che mi pare emerga è una certa superficialità da parte dei servizi sociali della Uls a trattare il caso. Non sono state fatte le adeguate verifiche, ci si è basati su un generico "sentito dire" e soprattutto non si ascoltata la nonna, che invece ora viene giudicata perfettamente in grado di crescere il bambino, così come l'ambiente viene ritenuto adatto».

Il bambino era accudito dalla nonna materna dopo che la madre aveva perso la potestà genitoriale a causa di gravi problemi psichiatrici dovuti agli abusi subiti dal marito, che ha ricevuto una condanna in Appello proprio per i maltrattamenti nel confronti del piccolo. La famiglia era da tempo seguita dagli assistenti sociali del comune di Cordignano, che avevano anche effettuato svariati sopralluoghi per valutare le condizioni di vita del bambino. Poi la pratica era passata ai servizi della Uls 2, che hanno steso la relazione finita sul tavolo del giudice minorile.
      

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