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Cronaca Villorba

Troppi debiti per il Dg dell'Ulss 7: Bramezza ottiene l'ammissione alla legge “salvasuicidi”

Il noto manager villorbese avrebbe garantito fidejussioni ad una società poi fallita per investimenti sbagliati, creando così un "buco" da quasi 11 milioni di euro

Quasi 11 milioni di euro di debiti a causa di fidejussioni per una società poi fallita per investimenti sbagliati. E' questo il passivo che deve affrontare in ambito legale il noto Direttore Generale dell'Ulss 7 di Bassano del Grappa (da marzo 2021 dopo aver guidato quella di San Donà-Veneto Orientale dal 2013), Carlo Bramezza. Residente a Villorba, il manager 55enne nelle scorse ore è stato ammesso alla legge “salvasuicidi” per cercare di ripianare i conti senza andare totalmente in "default" e garantirgli così un "minimo vitale".

Come riporta "la Tribuna", a decretare il provvedimento è stata la sezione fallimentare del Tribunale di Treviso che, in merito all'esdebitamento di Bramezza, ha ritenuto soddisfatti i criteri per evitargli il fallimento personale. Ecco allora che il Palazzo di giustizia ha nominato come liquidatrice la dott.ssa Donatella Berto che dovrà ora provvedere a liquidare il patrimonio del Dg dell'Ulss 7 per pagare i suoi debiti, attingendo anche al quinto dello stipendio che gli è già stato pignorato (circa 8 mila euro l'anno) come da decisione del giudice Clarice Di Tullio. 

I fatti

A causare il "buco" economico il fatto che in passato Bramezza, a livello privato, aveva garantito una fidejussione da oltre 5 milioni di euro a favore della Banca Intermobiliare di Investimenti e gestioni Spa per coprire i debiti di una società di cui era socio non operativo e che è poi fallita. Successivamente, però, il manager aveva sottoscritto un’ulteriore garanzia da 1,1 milioni a cui aveva fatto seguito un'altra fidejussione a favore della Cassa di Risparmio del Veneto, oltre all'ipoteca sulla casa. 

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