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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Ampliamento del Canova, il Comitato digiuna con don Bizzotto

Il gruppo che da tempo si oppone all'ingrandimento dell'aeroporto trevigiano ha deciso di aderire all'iniziaiva del sacerdote vicentino contro le grandi opere che deturpano il territorio

Quattordici membri del Comitato Aeroporto Treviso hanno deciso di iniziare un digiuno per protestare contro l'ampliamento del "Canova". Il digiuno è iniziato domenica 29 settembre, con una riunione in piazza dei Signori a Treviso di esponenti di Italia Nostra, Legambiente, Comitato Aeroporto no Ampliamento e altri Comitati.

In una nota il gruppo, che da tempo si oppone all'ingrandimento dello scalo e all'incremento dei voli, spiega di aver aderito all'iniziativa lanciata ad agosto da don Albino Bizzotto, il sacerdote vicentino che per settimane ha digiunato contro le grandi opere che deturpano il territorio.

Circa un anno fa la società che gestisce l'aeroporto trevigiano, Save-AerTre, ha richiesto un ingrandimento dello scalo, con un conseguente aumento fino a 5,6 milioni di passeggeri all'anno, quasi il triplo di quelli attuali.

Il Comitato ritene assurdo il progetto, data la posizione del "Canova", incastrato tra i centri storici di Quinto e Treviso, la Noalese, riesce a malapena ad assorbire il traffico attuale generato dall'infrastruttura, e il parco del Sile, "una delle nostre ricchezze ambientali e paesaggistiche più importanti".

"Digiuniamo contro l'incapacità amministrativa di realizzare un sistema infrastrutturale aeroportuale capace di sostenere il sistema economico e rispettare ambiente e vincoli paesaggistici - spiega il Comitato - Nel Veneto esiste un aeroporto ogni 50 chilometri: Treviso, Venezia, Padova, Verona. Poi abbiamo Brescia, Bergamo, Milano, Torino e da quest'altra parte c'è Trieste. In nessuna parte del mondo esiste un sistema come il nostro, dispendioso soprattutto per lo Stato e i cittadini che ne subiscono le conseguenze ambientali, economiche e sulla salute!"

"Basta grandi opere insensate, pericolose, antieconomiche, irrispettose dell'ambiente e di chi ci vive - conclude il Comitato - Bisogna dire basta agli speculatori del territorio e a chi li sostiene".

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