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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Donna incinta sviene a Real Bodies, polemica: "Censurate il corpo"

Una veronese di 34 anni si sente mancare e monta la polemica con altri visitatori, cercando addirittura di limitare gli accessi successivi

JESOLO “Impedite l'accesso alla sezione di Real Bodies dedicata alla riproduzione perché l'impatto con la sua vista può urtare fortemente minori, anziani e cardiopatici. La donna plastinata incinta ed i feti abortiti saranno anche istruttivi, ma offrono una visione troppo impressionante, per il loro effetto andrebbero censurati dalla mostra”. Aveva appena rivolto questa protesta al personale di Real Bodies, mostra che a Jesolo espone 350 tra corpi ed organi plastinati, una visitatrice all'ottavo mese di gravidanza al seguito di una comitiva della città scaligera in visita domenica attorno alle 11.30, mentre percorreva il tratto di esposizione al primo piano dedicato alla vita intrauterina dove sono esposti il plastinato ribattezzato Maria, deceduta 20 mesi fa con in grembo un bimbo di 5 mesi, e la serie di feti abortiti sulle fasi di sviluppo durante la gestazione. È passato meno di un minuto che la stessa 34enne di Verona, forse in preda alla forte emozione, ha accusato un malore ancora prima di raggiungere la scalinata che le avrebbe permesso di continuare il percorso espositivo. Il compagno che le stava vicino è riuscito ad afferrarle il braccio appena in tempo e l'ha sorretta impedendole di cadere mentre veniva chiamata sul posto l'infermiera professionale della mostra per accompagnare entrambi nell'area infermeria predisposta proprio per queste situazioni.

La veronese gravida è stata fatta sedere su uno sdraio regolabile, ventilata, dissetata dal marito che le ha portato una bottiglietta d'acqua ed è rimasta sotto osservazione dello staff per oltre 20 minuti prima di riprendersi completamente dal mancamento. Un malore senza conseguenze, che aveva un poco impensierito data la delicatezza dello stato interessante. Se non fosse che la signora, prima di andarsene, ha dapprima riacceso la polemica, coinvolgendo nella protesta altre mamme presenti, e poi addirittura tentato di limitare l'accesso al secondo piano della mostra agli altri visitatori invitandoli a desistere dal salire e scoraggiandoli a visitarne il contenuto. Per questo comportamento accanito è nato un battibecco tra la veronese e gli organizzatori avvisati in reception. A dar man forte nella polemica in pochi minuti a questa signora altre tre signore di Padova, Vicenza e Pordenone, che, assiepate nell'atrio all'accesso delle scale che portano al primo piano, assieme a lei insistevano sulla censura della sezione riproduttiva della mostra definendola “utile, ma troppo forte per un pubblico composto anche da minori, cardiopatici ed anziani”. A nulla sono servite le spiegazioni e le spiegazioni da parte della direzione di Real Bodies che ha indicato alle presenti gli enormi cartelli che avvisano i visitatori del contenuto forte accedendo al piano superiore. Per calmare gli animi gli organizzatori hanno deciso di transennare temporaneamente l'accesso alla sezione riproduttiva. In tutto la sezione dedicata all'apparato riproduttivo è stata chiusa per circa 45 minuti, finché la comitiva di Verona ha completato la sua visita.

“Con l'aumento degli afflussi purtroppo si sono creati alcuni svenimenti” commentano gli organizzatori “ben 7 il 3 gennaio, 5 il 4 gennaio e 4 il 5 gennaio, senza contare la trentina accaduti nei giorni precedenti. Il secondo piano rimane la parte più d'impatto. Davanti a Maria, la plastinata deceduta incinta, e davanti ai feti abortiti, ci siamo resi conto che può presentarsi l'inconveniente dei malori. I feti, la donna incinta e la sala col tavolo anatomico dove sono esposti addirittura i ferri del mestiere per autopsie usati realmente parecchie volte dal curatore scientifico dottor Antonello Cirnelli, possono causare svenimenti, principalmente a donne sui 30 anni, e giovani uomini”. “Nell'ultimo weekend altre tre signore sono svenute” continuano “una di Pordenone città, una di Verona e una di Vicenza. Non toglieremo il corpo della donna incinta come vorrebbero alcune persone che hanno protestato, ma lo sposteremo in una area isolata chiusa tra teli, dove non si nota, aggiungendo un ulteriore cartello prima di avvicinarsi. Per ora valuteremo se basta così, altrimenti posizioneremo davanti anche qualcuno del personale interno per avvisare la gente del contenuto forte di quella visione”. “Per la sala autopsia vale lo stesso” aggiungono “non possiamo chiuderla ma modificarla un po' per renderla meno impressionante. Non pensavamo di dover modificare la mostra adesso a causa di questi continui svenimenti e per qualche problema di tensione con alcune persone svenute. Non vogliamo impressionare nessuno, ma visto la forza emotiva suscitata dal corpo di Maria stiamo adottando misure di mitigazione per arginare il problema posizionandolo in un punto più protetto con maggiori segnalazioni”. “Purtroppo c'è chi invoca la chiusura della mostra” concludono “se serve adottare misure per risolvere questi piccoli inconvenienti siamo i primi a volerlo. Ci dispiace per le signore che si sono sentite male, prontamente le abbiamo soccorse con il nostro staff e siamo pronti ad intervenire ancora”.

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