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Cronaca Casier

Tradito dal cuore, il "gigante buono" Alberto muore a 31 anni

Poche settimane fa una visita di controllo per una valvola cardiaca che gli era stata impiantata nel 2009: avrebbe dovuto sostituirla a breve. Sabato sera il malessere e il ricovero. L'ultimo messaggio su Facebook: "Mi sento come una fabbrica quando si stacca l'interruttore"

CASIER Sabato sera, verso le 20, un malessere lo aveva portato al ricovero presso il Ca' Foncello di Treviso. Gli mancava il fiato. Era il cuore che "faceva le bizze": solo poche settimane fa, durante una visita di controllo, i medici avevano ravvisato che la valvola cardiaca che gli era stata impiantata nel 2009 doveva essere sostituita a breve, prima del termine prestabilito. Le sue condizioni, nell'arco di poche ore, si sono via via aggravate e nella notte (alle 4 circa), nonostante gli estremi tentativi di salvarlo da parte del personale del nosocomio trevigiano, è morto. Questa la tragica fine di Alberto Schiavon, 31 anni, di Dosson di Casier, da tempo sofferente di problemi cardiaci.

"A cosa penso? Penso che mi sento come una grande fabbrica nel momento in cui stacchi l'interruttore generale prima di chiudere per ferie. Si fermano i generatori, si spengono le luci, tutto rallenta fino a fermarsi": Alberto, primi di spegnersi, aveva scritto questo messaggio da pubblicare sul suo profilo Facebook ma non ce l'aveva fatta. A premere invio, alcune ore dopo la sua morte, è stata la madre, Ambra che con le parole del figlio ha raccontato ai tanti amici di "Gus", come tanti lo chiamavano, quanto era successo. A piangerlo anche il papà, Franco.

Alberto, gigante di oltre due metri, aveva allenato nelle giovanili della Benetton basket ed era grande appassionato di ballo, in particolare il boogie woogie. La sua pagina Facebook è stata letteralmente inondata da messaggi di cordoglio dei suoi tanti amici.

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