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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Nella Marca l'1 e il 2 marzo si firma per l'indipendenza del Veneto

"Ci aspettiamo la partecipazione di tanta gente, anche di chi magari non intende votare Lega" dichiara la senatrice Patrizia Bisinella

TREVISO - Anche nella Marca, sabato e domenica, 1 e 2 marzo, saranno tanti i banchetti della Lega Nord per raccogliere firme e presentare il referendum per l’indipendenza del Veneto. «Ci aspettiamo la partecipazione di tanta gente, anche di chi magari non intende votare Lega – dichiara la senatrice Patrizia Bisinella - ma che condivide la giusta istanza di autonomia del Veneto: basta essere considerati solo periferia dello Stato centralista. Solo votando “Sì” a questo referendum noi veneti, al pari di altri popoli che in Europa si stanno muovendo nelle stessa direzione, come baschi, catalani, scozzesi e fiamminghi, potremo fare da apripista anche per le altre regioni, decretando l’inizio della fine del centralismo romano che sta uccidendo il nostro tessuto economico e produttivo. Andare a votare “Sì” significa dare un segnale d’allarme, per una situazione che sta precipitando, significa dare un segnale politico preciso a una politica romano-centrica che tutt’ora resta indifferente ai drammi economici e sociali di questo Paese. Al di là di pregiudizi ideologici e politici, i veneti sono chiamati ad esprimersi per il loro futuro sociale ed economico».

Bisinella esprime la sua contrarietà ai primi passi mossi dal neo premier Matteo Renzi a Treviso, che alla fine non ha nemmeno incontrato i lavoratori dell’Electrolux, simbolo, in questo periodo, delle moltissime aziende in crisi del territorio. «Nel chiedere la fiducia alle camere – afferma - il neo premier Renzi si è dilungato in grandi annunci, ma non ha detto cosa intende concretamente fare per attuare quelle svolte che servono al Paese. Ha detto di voler abbassare le tasse per imprese e lavoratori, ma non ha spiegato come e dove intende trovare le risorse. Chiediamo si occupi dei problemi della Regione Veneto, che a fronte dei 21 miliardi di euro di tasse versate a Roma non si vede ritornare indietro ancora nulla per rimediare ai drammatici danni causati dal maltempo»

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