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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Ecosistema scuola: Treviso la migliore nella messa a norma

Il 19,7% delle scuole necessita di interventi e il 72,1% è stato realizzato prima del 1975. Deludente la raccolta differenziata

TREVISO — Più di 41mila edifici scolastici italiani hanno bisogno di interventi di riqualificazione e messa in sicurezza. È quanto emerge dalla quindicesima edizione di “Ecosistema Scuola”, l’indagine annuale di Legambiente sulle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 94 capoluoghi di provincia. Quest’anno, per la prima volta, tutte le sette città capoluogo di provincia del Veneto entrano in graduatoria: Treviso (24º), Padova (30º), Belluno (42º), Verona (44º), Venezia (52º), Vicenza (60º), Rovigo (72º su 84 posizioni). Verona infatti, dopo diversi anni in cui non aveva inviato dati, rientra guadagnandosi una posizione centrale rispetto alle altre città venete.
 

Treviso la città con i migliori dati sulla messa a norma degli edifici scolastici, grazie probabilmente anche al maggior numero di interventi di manutenzione straordinaria realizzati negli ultimi 5 anni. Vicenza quella che investe di più, sia in manutenzione straordinaria che ordinaria, tanto da rientrare nelle speciali top ten nazionali dei Comuni che investono di più. Se ci vogliamo muovere in modo sostenibile per raggiungere le scuole, Treviso e Padova sono le città con le migliori performance del servizio di pedibus; Belluno, Venezia e Verona con la percentuale più significativa di scuole raggiungibili su piste ciclabili. La raccolta differenziata, in tutte le scuole, dei diversi materiali è prerogativa di Belluno, mentre Venezia si caratterizza per l’utilizzo dell’80% di prodotti biologici nelle mense scolastiche, a Padova troviamo la maggior percentuale di edifici scolastici che utilizzano fonti di energia rinnovabile. I dati indicano un’edilizia scolastica non giovanissima, il 72,1% degli edifici infatti è stato costruito ante 1974, anno di entrata in vigore della normativa antisismica. Un’edilizia vetusta che tiene poco in conto sia i criteri costruttivi della bioedilizia (0,2% degli edifici contro lo 0,8% del dato nazionale), sia quelli antisismici. L’impegno delle amministrazioni nella manutenzione straordinaria è nella media nazionale, con il 48,5% degli edifici scolastici veneti che ne hanno beneficiato negli ultimi 5 anni. Sono il 19,7%, invece, quelli in attesa di interventi urgenti. Nella media gli investimenti sia per la manutenzione straordinaria che per l’ordinaria. Una manutenzione che ha portato i suoi frutti nella messa a norma degli edifici scolastici e nell’acquisizione delle certificazioni. Sopra la media nazionale risultano infatti i dati relativi a: certificato di agibilità, in possesso del 61,4% degli edifici; certificazione igienico-sanitaria, 63,3%; certificato di prevenzione incendi, 42,9%, impianti elettrici a norma, 96,1%; requisiti di accessibilità, 85%.
 
“La messa in sicurezza e la riqualificazione energetica degli edifici scolastici – dichiara Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto - devono essere tra gli obiettivi prioritari di questo Paese e un’occasione dalla quale partire per creare un altro sviluppo, per contribuire alla rigenerazione urbana, ma soprattutto per far uscire l’edilizia scolastica italiana dall’attuale stato di emergenza in cui si trova. Abbiamo bisogno di scuole più sicure ed energeticamente efficienti. Per questo proponiamo al Governo Renzi di vincolare i prossimi finanziamenti, che erogherà alle Amministrazioni, a progetti che uniscano messa in sicurezza e abbattimento dei consumi energetici del 50% rispetto ai consumi di partenza della scuola. Tra l’altro la stessa direttiva europea 2012/27 Ue sull’efficienza energetica chiede una riqualificazione annua del 3% degli edifici pubblici, un’opportunità che l’Italia non può perdere”.
 
In Veneto si punta quindi sulla sicurezza degli edifici ma anche sulla mobilità: il servizio di scuolabus è garantito al 34,9% degli edifici scolastici; il pedibus è a disposizione dell’11,3%, contro il 5,2% del dato nazionale. Sono invece solo il 5,9% le scuole raggiungibili in bicicletta grazie alla presenza di piste ciclabili, 8,6% la media nazionale. La sicurezza nelle aree antistanti le scuole viene affidata ai nonni vigili, presenti nel 22,8% degli edifici scolastici, contro il 16,6% della media nazionale. Pochi i semafori pedonali davanti alle scuole (0,8% contro il 4,2% del dato nazionale) e le transenne parapedonali (7,6% contro l’8,1%). Scarsa la media dei pasti bio serviti nelle mense scolastiche (42%), dove vengono per lo più utilizzati piatti in ceramica (27,8%), seguono quelli in melamina (24,9%) e in plastica (24,2%). Stenta a decollare il dato sulla raccolta differenziata, inferiore al dato nazionale per tutti i materiali, nonostante il Veneto sia la regione capofila nazionale nel campo. Discorso opposto per quel che riguarda l’utilizzo di energie rinnovabili: sono il 23,8% le scuole che utilizzano energie pulite, rispetto al 13,6% del dato nazionale. In queste gli impianti fotovoltaici sono quelli maggiormente diffusi (85,3%), seguiti da solare termico (12,1%) e dalla geotermia (2,6%). Da evidenziare tuttavia come questi impianti, dove presenti, coprono solo il 17% dei consumi, contro il 42,3% del dato medio nazionale. In termini di rischio ambientale, tutti i Comuni dichiarano di aver realizzato il monitoraggio dell’amianto mentre quello del radon è stato effettuato dai soli Comuni di Rovigo, Venezia, Verona e Vicenza. Da questi monitoraggi sono emersi un 4,5% di casi certificati di amianto, contro il 7,5% della media nazionale. I maggiori rischi sono dovuti alla presenza di antenne cellulari in prossimità del 35,3% degli edifici, per il 50% di esse sono stati realizzati monitoraggi ad hoc. Seguono gli elettrodotti presenti nelle vicinanze dell’8,6% delle scuole, nel 40% di questi si sono svolti monitoraggi ad hoc. Tra 1 e 5 km dagli edifici scolastici le situazioni di inquinamento maggiori sono dovute alla presenza di discariche (31,4% contro l’8,6% del dato nazionale), industrie (25,4% contro il 13,3%), strutture militari (15% contro il 2,8%) e aeroporti (15% contro il 10,3%). Entro 1 km il rischio maggiore proviene dalla presenza di superstrade-autostrade, seguono quindi gli edifici esposti a inquinamento acustico, strutture militari, discariche.

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