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Cronaca Susegana

Electrolux: "Restiamo in Italia", Bisinella: "Ora agisca il governo"

A confermare la notizia, nel corso di un’audizione in Commissione Industria in Senato, l’amministratore delegato di Electrolux Italia

SUSEGANA – «Vogliamo restare in Italia e non abbiamo intenzione di andare via, abbiamo investito 250 milioni in cinque anni, ma vogliamo essere sicuri che quello che facciamo abbia una base competitiva». A dirlo, nel corso di un’audizione in Commissione Industria in Senato, l’amministratore delegato di Electrolux Italia. Ernesto Ferrario ha specificato quali siano le prospettive per lo stabilimento di Susegana: investimenti per circa 23 milioni di euro in prodotto, processo e sicurezza; mantenimento dei processi volumi produttivi a livello di 710.000 pezzi grazie ad azioni sul prodotto e di riduzione costi; limitati impatti sull’occupazione di 110 unità grazie al mantenimento del regime delle 6 ore (che aumenterebbero a 331 in caso di  regime di 8 ore).

Secondo quanto spiegato in Senato, le azioni volte alla riduzione del costo del lavoro e alla sua riorganizzazione permetterebbero ad Electrolux di investire ulteriormente per aumentare l’innovazione di prodotto e di processo, destinando, nel quadriennio 2014-2017, circa 23 milioni di euro all’impianto di Susegana. «Dichiarazioni che accogliamo positivamente, ma che non ci facciamo bastare – dichiara la senatrice della Lega Nord Patrizia Bisinella – Ora restiamo ad aspettare e vogliamo capire se dalle parole si passerà ai fatti: servono rassicurazioni sul futuro dei dipendenti, ci sono molti posti di lavoro a rischio. La partita va chiusa in fretta e ci deve essere uno sviluppo positivo per lo stabilimento di Susegana, un centro d’eccellenza per il settore in Veneto. Mi auguro inoltre che rassicurazioni siano date anche ai lavoratori dello stabilimento di Porcia, che si trovano ancora in una situazione di incertezza. Ci aspettiamo ora che il ministro Zanonato e il governo agiscano concretamente per consentire all’azienda di continuare la produzione industriale, con una diminuzione del cuneo fiscale e del costo del  lavoro».

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