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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Centro / Riviera Santa Margherita

LETTORI: Le promesse non mantenute dall'Università Ca' Foscari

Denuncia di una lettrice: gli iscritti al secondo anno del corso di Laurea in Mediazione Linguistica e Culturale di Ca' Foscari potrebbero vedere svanire i fondi per gli stage all'estero

Ancora una volta l'università italiana fallisce ed infrange le promesse strette con i suoi alunni. Ancora una volta si tratta di mancanza di fondi. Gli studenti di Mediazione Linguistica e Culturale (MLC) dell'Università Ca' Foscari di Venezia, hanno da poco ricevuto una comunicazione informale in cui si annunciano spiacevoli notizie per il loro futuro. A denunciarlo è una nostra lettrice.

Il corso di laurea in MLC viene presentato agli studenti come un'opportunità unica per i più svariati motivi, tra cui il numero ridotto degli studenti, l'approccio tecnico allo studio delle lingue e la presenza di uno stage obbligatorio all'estero (in Cina o in Spagna a seconda dell'indirizzo scelto) del quale, citando dal sito dell'Università Ca' Foscari (www.unive.it), "Le spese di iscrizione sono a carico dell'università".

Ed è proprio riguardo allo stage all'estero che è stata annunciata la nefasta notizia. Infatti potrebbero mancare i fondi necessari per coprire le spese dei corsi nelle Università partner. Se gli studenti dell'indirizzo Spagnolo-Inglese erano stati da mesi informati dai loro professori di questo problema, per quanto riguarda gli alunni del curriculum Cinese-Inglese l'informazione è stata da poco diffusa dallo dallo sportello tutorato, gestito da una studentessa del terzo anno.

Oltre ad essere tenuti all'oscuro di questo problema, gli studenti sono stati incoraggiati a sbrigarsi con l'acquisto dei biglietti aerei, spesa che potrebbe tradursi in uno spreco di soldi non indifferente nel caso in cui l'Università non fosse effettivamente in grado di reperire i fondi. Si tratta comunque di una situazione inaccettabile date le prerogative del corso di laurea stesso, il quale è stato profusamente presentato come fiore all'occhiello dell'apprendimento del Cinese in Italia.

Il problema sembra derivare dai nuovi accordi con la Fondazione Cassamarca, la quale da anni ha privatamente investito i suoi fondi per lo sviluppo dei corsi di laurea a Treviso (oltre a MLC, anche Commercio Estero e due corsi di Laurea Magistrale). Cassamarca a giugno ha firmato con l'Università una nuova convenzione della durata di quindici anni, con la promessa di un futuro "ancora più ricco e vivace rispetto al passato" come affermato dal Magnifico Rettore Carlo Carraro nel suo blog in data 27 giugno 2011.

Il sentore di risvolti negativi venne da subito avvertito dagli insegnanti dell'indirizzo Cinese-Inglese. Nicoletta Persaro e Stefano Zacchetti commentarono esprimendo i loro profetici dubbi sulla positività della nuova convenzione. E infatti gli studenti che dovrebbero cominciare i corsi il prossimo settembre e che sono già in possesso di un biglietto aereo per la Cina, temono adesso di venir privati del loro stage di apprendimento.

Intervistando gli studenti, tale opportunità emerge come punto focale e decisivo nella loro scelta di iscriversi ai corsi di Treviso. Alla luce di questo, come è possibile che degli studenti si siano iscritti a un corso pensando di avere alcuni privilegi, e poi questi siano loro privati? Com'è possibile che Cà Foscari non abbia preventivamente stanziato i fondi necessari al pagamento degli Stage degli studenti correntemente iscritti al corso di laurea?

Questo problema non può essere esclusivamente letto come un conflitto di interessi tra gli sposor privati e l'Università pubblica. Bisogna anche considerare l'inaccettabile disorganizzazione dell'Università italiana che sempre più spesso promette a vanvera per attirare nuovi studenti da spremere finanziariamente e, disattendendo gli impegni presi con i suoi iscritti, si conferma per quella che tutti ormai definiscono "un distributore di pezzi di carta privi di valore".

Rattrista vedere la rinomata Università Ca' Foscari deludere i suoi alunni; se c'è ancora una remota speranza di salvare l'ormai violentata reputazione delle nostre Università, la riduzione dei fondi dedicati all'istruzione non è sicuramente la strada da imboccare. Perché a rimetterci non sono solo i singoli membri della comunità accademica, ma l'intero Paese.

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