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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Estorsione alla Btime, D'Altoè torna libero

Il Tribunale del Riesame ha annullato oggi, 6 maggio, l'ordinanza di misura cautelare sull'uomo che, secondo le accuse, avrebbe chiesto a Fabio Gianduzzo e Edi Biasol di procedere ad un "recupero crediti" che avrebbe dato il via al taglieggiamento dell'azienda trevigiana

Il Tribunale del Riesame di ha annullato oggi, 6 maggio,  l'ordinanza emessa dal gip di Treviso Angelo Mascolo che aveva sottoposto Rudi d'Altoé, il 52enne di Roncade implicato nella presunta estorsione ai danni del responsabile commerciale e dell'amministratore unico della Btime di Treviso, Renato Celotto e Michele Gallà, alla misura cautelare dell'obbigo di dimora e la presentazione alla polizia giudiziaria. Torna quindi libero l'uomo (difeso dal'avvocato padovano Carlo Bermone) che, secondo le accuse del pubblico ministero Gabriella Cama, avrebbe chiesto a Fabio Gianduzzo e Edi Biasol di procedere ad un "recupero crediti" che avrebbe dato il via al taglieggiamento dell'azienda trevigiana.

«Una volta parlando con Gianduzzo - aveva detto al giudice nel corso del suo interrogatorio di garanzia, lo scorso 29 aprile - mi ha chiesto come andassero gli affari e gli ho detto che avanzavo mezzo milione da Celotto per alcuni lavori presso il centro commerciale "Tom" di Santa Maria di Sala. A quel punto lui mi ha detto che conosceva lo conosceva e che se volevo si sarebbe interessato per farmi avere i soldi. Mi ha anche chiesto un percentuale pari al 20%, richiesta che, piuttosto di perdere tutto il credito, ho accettato».

«Ho le prove di quello che dico - ha proseguito - perchè sono in possesso ancora di tutte le fatture. Celotto non le ha mai pagate, altrimenti tiri fuori i documenti che lo provano. Dalla conversazione con Gianduzzo non ho più saputo nulla, come avevo già detto ai carabinieri circa un anno fa quando mi sentirono come persona informata sui fatti su cui stavano indagando. Poi il centro commerciale è fallito».

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