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Cronaca

Giro di fatture false da 26 milioni, tre arresti a Treviso

La guardia di finanza di Treviso ha arrestato tre persone, autrici di una maxi frode, che ha coinvolto più province e un giro di fatture false per 26 milioni di euro

Avevano messo in piedi un giro di fatture false da 26 milioni di euro, truffando ignare società di leasing. A finire in manette tre persone.

I tre provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti dalle fiamme gialle di Treviso, al termine di un'inchiesta riguardante dieci società operanti nel settore della produzione e commercializzazione di macchinari per il settore vitivinicolo, quattro delle quali con sede in provincia di Treviso, tre a Vicenza, due a Padova e una Roma.

L'operazione ha portato a dodici denunce a vario titolo per emissione e annotazione di fatture false, bancarotta fraudolenta, estorsione e truffa.

Sono finiti agli arresti domiciliari l'amministratore di una delle società coinvolte, R.M. di 40 anni, responsabile di aver dissipato risorse dell'azienda per interessi estranei a quelli sociali. e il presidente del Consiglio di amministrazione della società beneficiaria del finanziamento indebito, V.A. (76 anni), per avere utilizzato fatture false e per avere truffato le società di leasing,

E' finito invece in carcere a Santa Bona l'ideatore della truffa, M.M. (45 anni) l'amministratore di una società romana, che ha anche emesso fatture false.

I responsabili avevano escogitato un sistema di frode ingegnoso, che ha permesso loro di ottenere 5,2 milioni di euro di risparmi fiscali e 6,5 milioni di euro di prestiti in leasing o tramite finanziamento trasverso.

La triffa consisteva nell'acquistare e vendere solo sulla carta macchinari, in alcuni casi ridotti a rottami o addirittura inesistenti, per sottoporli fantomatici lavori di assemblaggio per "rigenerarli". I macchinari "rivalutati" venivano quindi ceduti ad altre società e acquistati poi attraverso finanziamenti in leasing.

Nell'ambito dell'operazione la guardia di finanza ha eseguito anche perquisizioni domiciliari e presso le aziende, sequestrando documentazione amministrativo-contabile, commerciale e bancaria. Verifiche a cassette di sicurezza in banca hanno inoltre portato al sequestro di contante.

Insieme agli arresti, la magistratura trevigiana ha quindi disposto, a carico degli amministratori delle società coinvolte, anche il sequestro preventivo di conti correnti, titoli, azioni, appartamenti e ville di lusso tra Treviso, Padova, Vicenza e Rovigo, per un importo di oltre 4,7 milioni di euro.

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