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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Vittorio Veneto

Inquinamento da cromo nella falda acquifera di Vittorio Veneto

L’eurodeputato Andrea Zanoni ha presentato un’interrogazione per denunciare l’inquinamento nella falda sotto il complesso dismesso “Ex Carnielli”

VITTORIO VENETO - L’eurodeputato Andrea Zanoni del Gruppo S&D (Socialisti e Democratici Europei) del PD ha presentato un’interrogazione a Bruxelles per denunciare l’inquinamento da cromo nella falda acquifera sotto il complesso industriale dismesso “Ex Carnielli” di Vittorio Veneto. «I ritardi nel monitoraggio della contaminazione ambientale e nella bonifica di suolo e falda acquifera non rispettano le normative europee che prescrivono il non deterioramento e il raggiungimento di un buono stato delle acque previsti dalla Direttiva “Acque” 2000/60/CE»

«L’Europa intervenga per far rispettare gli obblighi previsti per gli Stati membri dalla Direttiva “Acque” 2000/60/CE. I ritardi nel monitoraggio della contaminazione ambientale e nella bonifica di suolo e falda acquifera non rispettano le normative europee che prescrivono il non deterioramento e il raggiungimento di un buono stato delle acque». A chiederlo è l’eurodeputato PD Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, con un’interrogazione presentata alla Commissione europea.

«A Vittorio Veneto si trova il complesso industriale dimesso denominato “Ex Carnielli” che sorge al centro della città. L’area è interessata da inquinamento da cromo del suolo e della sottostante falda acquifera, eredità della dismessa attività di lavorazione dei cicli, e si trova a ridosso del fiume Meschio, zona tutelata quale Sito di Interesse Comunitario (SIC) IT 3240032 all’interno del progetto “Rete Natura 2000”» denuncia Zanoni.

La Regione del Veneto, nel parere reso al Programma Integrato di Riqualificazione Urbanistica, Edilizia e Ambientale dell’area, prescriveva, tra le altre cose, il divieto di dispersione nel sottosuolo delle acque meteoriche e di ruscellamento, stabilendo che le stesse dovessero essere raccolte e inviate alla rete di smaltimento fognario pubblico e da lì portate a depurazione, in ossequio al principio di precauzione.
«La riqualificazione dell’area è a rischio a causa del fallimento dell’azienda che avrebbe dovuto provvedervi e la falda inquinata non viene più costantemente monitorata - ha aggiunto Zanoni - Come se non bastasse, le eccezionali precipitazioni delle ultime settimane hanno notevolmente aggravato la situazione: l’innalzamento della falda acquifera ha fatto in modo che l’acqua filtri attraverso il terreno inquinato asportando il cromo e trasportandolo a sud. Tracce di questo inquinamento sono riscontrabili addirittura ormai fino a San Vendemiano, come è stato riportato in uno studio svolto dal dipartimento di Geologia dell’Università degli Studi di Padova».

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