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Cronaca

"Fare rete a Treviso", innescare processi di cambiamento della cultura nel Veneto

L’assessore regionale alla cultura, Corazzari: "Il nostro obiettivo è quello di provvedere alla razionalizzazione del sistema bibliotecario veneto, valorizzando le reti attuali e individuando una nuova architettura sistemica in relazione al riassetto istituzionale in via di definizione"

TREVISO L’assessore regionale alla cultura, Cristiano Corazzari, è intervenuto nella giornata di lunedì a Treviso al convegnoFare Rete”, promosso dalla Sezione Veneto dell’Associazione Italiana Biblioteche, in collaborazione con la Fondazione Benetton Studi Ricerche, il coordinamento dei lettori veneti “Leggere per leggere” e alcuni sistemi bibliotecari della regione. Ai lavori è intervenuto anche il vicepresidente della giunta veneta, Gianluca Forcolin. Nel corso dell’incontro sono stati approfonditi il concetto di rete, declinandolo dal punto di vista politico e culturale, riferito in particolare alle biblioteche, i contenuti della legge sulla riforma degli enti locali e si è discusso della tanto attesa legge regionale sulla cultura.

“E’ risaputo che le pubbliche amministrazioni stiano attraversando un momento di estrema difficoltà gestionale per la carenza di risorse – ha sottolineato Corazzari – e anche il settore della cultura, purtroppo, paga i pesanti tagli inferti dallo Stato agli Enti territoriali. Ma se da una parte subiamo il ridimensionamento degli strumenti operativi, dall’altra registriamo una costante, se non addirittura accresciuta, richiesta di servizi da parte dei cittadini. Per questo la Regione del Veneto si sta facendo carico con grande senso di responsabilità di situazioni critiche come quella determinata dalla caotica riforma nazionale che ha portato alla ‘chiusura’ delle Province, tra le cui funzioni ‘non fondamentali’ ci sono anche quelle culturali che comprendono i servizi bibliotecari. Il nostro obiettivo è quello di provvedere alla razionalizzazione del sistema bibliotecario veneto, valorizzando le reti attuali e individuando una nuova architettura sistemica in relazione al riassetto istituzionale in via di definizione”.

“Se i contributi alle biblioteche sono per forza di cose ridotti al minimo – ha aggiunto Corazzari –, esistono fortunatamente delle opportunità rappresentate dalle risorse del POR-FESR, destinate al settore delle imprese culturali creative e dello spettacolo e quindi non agli enti pubblici. Ma se i progetti innovativi proposti saranno capaci di innescare processi di cambiamento nell’ambito della cultura, ne beneficerà tutto il settore, compresa la parte pubblica. La Giunta regionale – ha concluso Corazzari – sta lavorando al riordino complessivo del settore cultura: un settore che possa contare su una normativa snella e aggiornata, che preveda una maggiore integrazione tra tutti i servizi culturali e che metta in gioco tutti i soggetti possibili”.

Da parte sua il vicepresidente Forcolin ha  fatto rilevare che la riforma delle Province dovute alla legge Delrio ha creato non solo uno scompenso dal punto di vista economico, ma anche organizzativo. La Regione del Veneto ha dovuto impegnare 40 milioni di euro per le funzioni delegate, che tradotto significa disponibilità economica per svolgerle e pagamento di stipendi ai dipendenti della Provincia che le svolgono. Lo scompenso organizzativo nel caso del sistema bibliotecario, fondato sul coordinamento provinciale con la regia regionale, risulta anche più evidente. “Fare rete quindi – ha detto Forcolin - dovrà essere la strada maestra da perseguire per razionalizzare ed efficientare l'uso delle poche risorse economiche che oggi rimangono dopo i continui tagli da parte dello Stato centrale, per non perdere quanto di eccellente costruito in questi ultimi 30 anni nel rapporto tra biblioteche e enti locali”.

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