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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Farra di Soligo

Accusa l'avvocato di avergli "forzato" la confessione su una rapina, 32enne assolto in abbreviato

Mateusz Zbigniew Chudoba, polacco di 32 anni, è uno dei presunti responsabili della violenta rapina in casa, avvenuta nella notte tra il 28 febbraio e l'1 marzo del 2018 a Col San Martino, di cui era rimasta vittima Dorota Turek. Era accusato dalla Procura di Treviso per calunnia nei confronti del suo legale, che subito dopo l'arresto gli avrebbe suggerito di incolparsi per l'aggressione così da non essere messo sotto inchiesta anche per morte dei coniugi Nicolasi, avvenuto a Rolle la mattina seguente

Ventotto mesi di carcere. Queste erano le richieste del pubblico ministero nei confronti di Mateusz Zbigniew Chudoba, polacco di 32 anni, uno dei presunti responsabili della violenta rapina in casa, avvenuta nella notte tra il 28 febbraio e l'1 marzo del 2018 a Col San Martino, di cui era rimasta vittima Dorota Turek, moglie del cugino di Chudoba e del fratellastro Marek Jan Switacz, che per quei fatti ha già patteggiato. Il 32enne, che nelle ipotesi della Procura di Treviso avrebbe agito anche con Jacek Wyluper (un altro cittadino polacco condannato a sei anni ma assolto nel processo di secondo grado), era accusato di calunnia nei confronti dell'allora suo legale, Marco Portantiolo, e di un cittadino tunisino. Oggi però il gup Piera De Stafani, chiamati a giudicarlo nel processo in abbreviato (Chudoba era difeso dall'avvocato Alessandra Nava) lo ha assolto perchè il fatto non costituisce reato.

Una volta individuato e arrestato con il fratello, Mateusz Zbigniew Chudoba aveva confessato la terribile aggressione, in cui sarebbe stato usato sulla donna anche un teaser, salvo ritrattare tutto subito dopo. «Quella notte - aveva detto -  non ero a Farra di Soligo: ero fuori regione e ho testimoni che possono confermarlo. Sono stato indotto a confessare dal mio avvocato perché quella notte sono stati uccisi i coniugi Nicolasi a Rolle, e c’era un clima molto teso"
«L'avvocato - furono le sue dichiarazioni - mi disse di confessare altrimenti sarei stato coinvolto nell'inchiesta sulla morte dei due anziani». 

La Procura quindi lo indagò per calunnia nei confronti del legale. Nella vicenda entrò come parte offesa anche un cittadino nordafricano, che secondo Chudoba aveva rapporti con il fratello e che sarebbe potuto essere l'uomo "scuro di carnagione" che la Turek disse di aver visto la notte della rapina. Dopo una battaglia legale durata oltre un anno, il 32enne - che attende ancora l'esito del processo, sempre in abbreviato, per l'aggressione alla zia - ha avuto ragione ed è stato assolto.

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