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Cronaca Farra di Soligo

Bancarotta della "Giulio Stella", è battaglia sul valore di vendita di un immobile

A processo con l'accusa di aver distratto somme di denaro e non aver reso disponibili i libri contabili c'è Ricciard Stella, figlio dell'ex socio unico delle industrie, fallite nel 2011. Giulio Stella si è suicidato il 7 maggio scorso dopo aver saputo del pignoramento della sua casa fatto dalla ex moglie

«La verità è che mio padre non mi ha mai dato i libri contabili della società e l'immobile che per la Procura avrei svenduto aveva un valore periziato che era più basso della somma che ho ottenuto nell'operazione».
Si difende così Ricciard Stella, 50enne,  uno degli ex amministratori della "Industrie Giulio Stella" di Farra di Soligo, società per 30 anni un punto di riferimento del distretto del legno nel Quartier del Piave  dichiarata fallita nel novembre del 2011, indagato per bancarotta fraudolenta per distrazione e documentale e finito a processo, attualmente in svolgimento in Tribunale a Treviso.

Giulio Stella, che dell'azienda era stato fino al 2008 l'unico socio, si suicidò il 7 maggio di quest'anno. In un primo momento si pensò che il gesto estremo fosse legato alle preoccupazioni per i procedimenti penali di cui era oggetto il figlio Ricciard, poi però venne fuori che l'uomo, un 77enne che era residente nella frazione di San Gallo nel comune di Farra di Soligo, aveva ricevuto il giorno prima una raccomandata  spedita dall'avvocato della ex moglie, dalla quale era divorziato dal 2008. Dentro c'era l'intimazione a consegnare le chiavi della casa che era stata precedentemente pignorata dalla donna per questioni economiche legate alla separazione. Ma quella era l'abitazione che Stella aveva ereditato dal padre  e a cui era particolarmente legato dal punto di vista sentimentale. Al suo restauro aveva dedicato tanti sforzi e continuava a pagare saldando  ogni mese le rate di un mutuo importante. L'anziano non ha resistito al dolore di perdere tutto e ha deciso di farla finita.

Giulio Stella era stato anche residente dell'Ipab "Bon Bozzolla" nel corso degli anni '90. Nel 2009 la crisi economica aveva mandato a gambe all'aria il settore delle costruzioni e le Industrie Stella, che produceva finiture in legno per interni, finirono per pagare un prezzo altissimo. La società fallì tre anni più tardi, schiacciata sotto un mole enorme di debiti. E Ricciar Stella, subentrato al padre amministratore e legale rappresentante dell'azienda, venne indagato prima e rinviato a giudizio poi con l’accusa di bancarotta fraudolenta. 

A finire sotto la lente di ingrandimento delle indagini alcune operazioni immobiliari, tra vendite e locazioni, tutte a “prezzo di saldo”.Per i magistrati trevigiani un comportamento che avrebbe consentito al legale rappresentante di trarre “un ingiusto profitto”, depauperando il patrimonio su cui, una volta portati i libri in tribunale, avrebbero potuto rivalersi i numerosi creditori. I contratti sospetti avrebbero riguardato dei capannoni dati in affitto a canoni dieci volte più bassi rispetto ai livelli di mercato del tempo e la cessione di un immobile , a San Giorgo di Nogaro (Udine) venduto, secondo le accuse, a un milione di euro in meno del suo valore. Operazioni che avrebbe contribuito a “dissipare” il patrimonio della “Giorgio Stella”, provocando il crac. Su questo oggi c'è stata battaglia in aula, con la difesa che ha portato a deporre il geometra che fece la perizia sul prezzo dell'immobile, valutato 68 mila euro e venduto a 125 mila ma che il consulente tecnico del Tribunale valutò oltre 1 milione di euro

Oltre a questo Ricciar Stella, che è difeso dall'avvocato Paolo Pastre, è anche accusato di aver tenuto la contabilità in maniera tale da far perdere le tracce di attivi e passivi e della capacità finanziaria effettiva con cui fare fronte alle richieste dei creditori dopo il fallimento. Qualche mese fa era arrivato anche il sequestro preventivo per oltre 1 milione e mezzo di euro di un complesso immobiliare a San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine. 

«Con mio padre - dice  - c'erano stati alti e bassi legate alle vicende giudiziarie ma era una brava persona. Ha sofferto per l'epilogo toccato all'azienda, legato per lo più ad un curatela fallimentare quantomeno spregiudicata che ha fatto delle valutazioni del tutto sbagliate».

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